La Bce chiude i rubinetti alla Grecia:
"Vostri titoli non sono garanzia di liquidità"

La Bce chiude i rubinetti alla Grecia: "Vostri titoli non sono garanzia di liquidità"

di Alessandra Severini
ROMA - L’Europa fa la faccia feroce con la Grecia. Dopo lo stop della Bce, anche la Germania e il Fondo monetario internazionale chiedono il «rispetto degli impegni». Nell'incontro fra l’inflessibile ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble e il suo collega greco, Yanis Varoufakis si è registrata la lontananza evidente fra Berlino e Atene.





Schaeuble ha escluso un taglio del debito ellenico e mostrato una certa insofferenza per gli annunci del governo greco. La Grecia vorrebbe invece almeno più tempo, con un programma ponte, fino a maggio, per poter trattare un nuovo contratto con la Commissione Ue, la Bce e il Fmi. Varoufakis ha ricordato che in Grecia il terzo partito è «una forza politica nazista», ricordando che la Germania, «si è trovata nel passato nella nostra stessa situazione, cioè umiliata dagli altri paesi e in una pesante depressione, che ha portato all’ascesa del nazismo».



Il Fmi ha chiesto alla Grecia di «portare avanti il programma» concordato con la Troika anche «per evitare ogni pericolo di contagio». Ma il premier greco Alexis Tsipras non molla. Forte dell’appoggio della popolazione, che è scesa in piazza per sostenere il nuovo governo e il no all'austerity, Tsipras ha ribadito che «la Troika è finita» e ha avvertito: «La Grecia non è più il misero partner che ascolta le prediche. Rispetteremo la volontà del popolo greco».



Tanta tensione ha naturalmente avuto conseguenze sui mercati, con le Borse europee molto nervose. Atene ha perso più del 3,3%. Intanto, nel 2015 l'economia dell'Eurozona potrebbe cominciare a dare segnali di ripresa. Una crescita lenta, ma finalmente, per la prima volta dal 2007, il Pil europeo tornerà ad avere un segno positivo. Nelle stime della commissione Ue colpisce il dato spagnolo, con una crescita del Pil stimata al 2,3% e quello irlandese (+3,5%), mentre l'Italia sarà, dopo Cipro, il fanalino di coda dell'Eurozona. Nel 2015 la crescita si fermerà ad un timido +0,6%, debito e deficit miglioreranno, ma la disoccupazione continuerà a salire.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Febbraio 2015, 08:08