Tetto alle pensioni d'oro, ok ma solo dal 2015.
Da Ebola al bonus bebè, tutte le novità -Leggi

Tetto alle pensioni d'oro, via libera della Camera dal 2015. Da Ebola al bonus bebè, le novità nella manovra -Leggi

di Alessandra Severini
ROMA - Arriva il tetto alle pensioni d’oro anche se solo a partire dal 2015. È una delle ultime novità introdotte nella legge di stabilità in Commissione Bilancio alla Camera.





Il nuovo tetto sarà operativo per gli assegni elargiti dal 1° gennaio 2015: l’importo della pensione per medici, professori universitari, magistrati e grand commis non potrà essere superiore a quello che sarebbe stato erogato con il vecchio sistema retributivo. Rivisto anche il bonus bebè che sarà assegnato solo ai nuclei familiari con un reddito Isee non superiore ai 25mila euro. Sarà più alto per chi ha un reddito sotto i 7mila. A sostegno delle famiglie arrivano anche mille euro all’anno in buoni acquisto per chi ha almeno quattro figli e un reddito Isee inferiore a 8.500 euro. Entra anche a sorpresa la possibilità per i politici di detrarre dalle tasse il contributo versato al partito. Altre novità sono i 100 milioni di euro del fondo famiglia destinati allo sviluppo degli asili nido mentre sempre 100 milioni saranno destinati alla tutela del patrimonio culturale nel quadriennio 2016-2020. Dimezzati i tagli ai patronati (75 milioni anziché 150) ma il numero dovrà scendere di un terzo. Infine, quasi 8 milioni, per il 2015, soo stati destinati per la distribuzione di pasti ai più poveri. Il testo sarà oggi in aula è verrà votato nel fine settimana con la fiducia.



Confindustria intanto intravede timidi segnali di ripresa a partire da inizio anno. Il Centro studi dell’associazione degli industriali prevede una ripartenza del Pil con una crescita dell’export e una leggera riduzione della disoccupazione. Intanto il presidente della commissione europea Jean Claude Juncker promette che «l’Europa sta girando pagina dopo anni di sforzi per promuovere la credibilità di bilancio e le riforme». Per far ripartire la crescita il presidente punta sul piano di investimenti da 315 miliardi, che ieri ha presentato al Parlamento europeo. I soldi sicuri per ora sono solo i 21 miliardi di euro in 3 anni, provenienti dal bilancio Ue e dalla Banca europea per gli investimenti. A questi andranno aggiunti i contributi volontari degli Stati membri, non prevedibili al momento, ma che non verranno contabilizzati nel deficit e debito pubblico dei singoli paesi. Il ministro italiano dell’Economia Padoan vi vede comunque «il primo passo verso una svolta a favore della crescita e del lavoro, quantomai opportuno perché c’è un rischio serio di movimento verso la stagnazione».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 27 Novembre 2014, 10:54
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