A fotografare questo paradosso tutto italiano è l'osservatorio prezzi e mercati di Unioncamere.
Al top degli aumenti dei servizi assicurati dagli enti locali spiccano la tariffa raccolta rifiuti (+18,2%) e quella per l'acqua potabile (+12%): tutti aumenti a due cifre. Ma negli ultimi due anni hanno subito un'impennata anche i trasporti extra-urbani (+7,5%), i trasporti ferroviari regionali (+6,8%) e i biglietti di autobus e metro (+6,8%). Pesa sulle tasche del contribuente anche l'aumento dei servizi sanitari locali +6,7%. Più contenuti, anche se hanno inciso sui bilanci delle famiglie, i rincari relativi a musei, asili nido, auto pubbliche, istruzione secondaria e universitaria.
L'osservatorio rileva un risveglio dei consumi delle famiglie: un timido +0,3% causato da un robusto recupero degli acquisti di beni durevoli (+2,9%), di una ripresa dei servizi (+0,5%) e dei consumi alimentari (+0,4%).
Ma l'insidia è dietro l'angolo: all'orizzonte si profila il rischio di aumenti dei prezzi dell'olio d'oliva (+15%) e della pasta (+8%).
Insomma, l'obiettivo è far cassa. Anche perché secondo l'Ocse l'Italia è il Paese della Ue in cui la spesa per le pensioni incide di più sull'insieme della spesa pubblica: 31,9%, quasi il doppio della media europea (17,2%). E continuerà a crescere.
Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Dicembre 2014, 13:37
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