Draghi: "Poche riforme e disoccupazione, no
all'austerity. Bce pronta all'acquisto di bond"

Draghi: "Poche riforme e disoccupazione, no all'austerity. Bce pronta all'acquisto di bond"

di Alessandra Severini

ROMA - Il governatore della Bce Mario Draghi è pronto ad intervenire a sostegno dell'economia dell'eurozona. La crescita infatti non ha slancio e tutte le economie dei paesi membri rimangono deboli.

Colpa, secondo Francoforte «dell'alta disoccupazione, dei necessari aggiustamenti di bilancio e dei progressi insufficienti nelle riforme strutturali». Per questo, se la situazione dovesse peggiorare, la Bce è pronta a nuove misure non convenzionali, tra cui l'acquisto di titoli di Stato. Un annuncio che ha fatto volare tutte le Borse europee. Dopo un avvio nervoso, Milano ha chiuso a +1,3% e anche lo spread ha reagito positivamente, scendendo di nuovo fino a 150 punti.

Bisognerà capire cosa pensa la Germania, da tempo convinta che non serve una maggiore liquidità per superare la crisi. Ma anche l'economia tedesca sembra tirare il freno. La Bundesbank prevede un'economia stagnante almeno fino alla fine del 2014. Comunque non è solo l'eurozona a soffrire. Un po' a sorpresa il Giappone ha registrato fra luglio e settembre un calo del Pil dello 0,4% e la Borsa di Tokyo un crollo vicino al 3%. Ma al di là dell'impegno della Bce ad usare strumenti non convenzionali aggiuntivi a sostegno delle economie europee, Draghi ricorda ai governi la necessità di agire in fretta e rinnova l'appello ai leader perché si accordino «con urgenza su impegni a breve termine sulle riforme, su una strategia per investimenti e una visione a lungo termine per condividere maggiormente sovranità».

Il premier Renzi è convinto di poter dimostrare all'Europa che l'Italia sta cambiando davvero, portando a casa in poco tempo jobs act, legge di stabilità e legge elettorale. Così suona la carica: «Basta piangersi addosso. Dobbiamo crederci e l'Italia tornerà leader». Molto meno ottimista è la Cisl che, in una ricerca, evidenzia come l'aumento del Fisco, soprattutto a livello locale, abbia annullato l'effetto degli sgravi e del bonus degli 80 euro. In pratica gli 80 euro, da maggio in busta paga, sono stati «più che compensati dall'aumento delle altre imposte», in particolare dell'Iva, delle accise e delle addizionali regionali e comunali. Nel complesso la pressione fiscale sulle famiglie è cresciuta dal 30,8% nel 2010 al 31,1% nel 2014.

I sindacati possono però sorridere per le notizie che arrivano sul fronte della legge di stabilità. Il governo sarebbe pronto a stanziare 400-500 milioni in più nella manovra per finanziare l'anno prossimo gli ammortizzatori sociali, portando così l'ammontare complessivo delle risorse a circa 2 miliardi di euro.
Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Novembre 2014, 09:45
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