Boris Johnson, oggi il voto di sfiducia: a cacciarlo potrebbero essere i suoi stessi parlamentari

I ribelli in casa Tory hanno raggiunto quota 54 necessaria per innescare il voto, che si terrà stasera alle 18 a Westminster

Boris Johnson trema, oggi il voto di sfiducia: a cacciarlo potrebbero essere i suoi stessi parlamentari

Boris Johnson trema. E con lui il governo della Gran Bretagna. I ribelli in casa Tory hanno infatti raggiunto quota 54 necessaria per innescare il voto di sfiducia, che si terrà stasera alle ore 18 a Westminster. L'attacco frontale all'esecutivo è arrivato direttamente dal leader dell'opposizione laburista, Keir Starmer, che ha sfidato i conservatori a  «dare prova di leadership e a liberarsi di BoJo». Una figura sempre più pesante, isolata, travolta anche dallo scandalo Partygate che ne ha minato profondamente la reputazione (come ha ricordato lo stesso Starmer).

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Gran Bretagna, governo a rischio?

Staccare la spina al governo per ragioni di «interesse nazionale», ha detto numero uno dei laburisti, certo che  gli umori del Paese verso BoJo siano irrimediabilmente cambiati - come testimonierebbero i fischi contro di lui riecheggiati persino a margine del Giubileo di Platino - e che i britannici abbiano ormai la sensazione che «quest'uomo non dica mai davvero la verità». 

Ha inoltre citato le parole di uno degli ultimi deputati Tory ribellatisi a Johnson Jesse Norman, secondo il quale il suo governo non avrebbe in questa fase più in generale neppure «un piano per il Paese» e per le sue priorità attuali. Fra le file dell'esecutivo, dichiarazioni di rinnovata fiducia al premier sono arrivate invece immediatamente - fra i primi - dal vicepremier Dominic Raab e da ministri di spicco come il veterano Michael Gove o come il giovane cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak: considerato nei mesi scorsi un potenziale rimpiazzo di Johnson, ma poi a sua volta azzoppato sia dal Partygate sia da altre vicende.

Starmer: «È l'inizio della fine»

Per Johnson, la mozione di sfiducia interna al partito conservatore rappresenta l'inizio della fine. A dirsene certo è stato Keir Starmer, leader del Partito laburista di opposizione. «Penso che l'umore sia cambiato», ha dichiarato intervenendo su Lbc.

Penso che il pubblico si sia fatto un'idea di quest'uomo. Non pensano che stia davvero dicendo la verità su molte, molte cose - non solo sul partygate - è la sensazione generale che quest'uomo non dica davvero la verità, che non ci si possa fidare di lui«. »Abbiamo un primo ministro attaccato alla poltrona ma la maggior parte delle persone direbbe «il tuo compito è aiutarmi a superare la crisi del costo della vita e non lo fai perché sei distratto». «Penso che la storia ci dica che questo è l'inizio della fine. Se guardi ai precedenti esempi di voti di sfiducia, anche quando i primi ministri conservatori sono sopravvissuti, e lui potrebbe sopravvivere stanotte, il danno è già fatto e di solito successivamente cadono in termini ragionevolmente brevi».

Johnson: occasione per andare avanti

Il voto di fiducia rappresenta «un'occasione» per mettere fine a «mesi di illazioni» sul governo e sulla sua leadership. Così il premier britannico ha reagito alla notizia del voto dei parlamentari conservatori che lo attende nel pomeriggio. «Questa sera si presenterà la possibilità di mettere fine a mesi di illazioni e per il governo di tracciare una linea e andare avanti, dedicandosi ai risultati sulle priorità della gente», ha affermato in una dichiarazione un portavoce dei Downing Street. «Il primo ministro accoglie con favore l'opportunità di esporre il caso ai parlamentari e ricorderà loro che quando sono uniti e concentrati sulle questioni che contano per gli elettori non esiste forza politica più formidabile».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Febbraio 2023, 09:33
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