Papa Francesco e la rivoluzione per salvare la terra, l'interdipendenza obbliga a ripensare le politiche
di Franca Giansoldati
La battaglia iniziata cinque anni fa con l'enciclica Laudato Sì prosegue con maggiore vigore rispetto a prima. L'emergenza planetaria che stiamo vivendo del resto ha fatto emergere ancora più nitidamente i problemi. Francesco lo ricorda durante l'udienza: la terra «non è un deposito di risorse da sfruttare. Per noi credenti il mondo naturale è il Vangelo della Creazione, che esprime la potenza creatrice di Dio» e invece «l'abbiamo inquinata e depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita».
Oggi si celebra la Giornata Mondiale della Terra ed è l'occasione per dare una scossa alla mobilitazione dei giovani.
«Si sono formati vari movimenti internazionali e locali per risvegliare le coscienze. Apprezzo sinceramente queste iniziative, e sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c'è futuro per noi se distruggiamo l'ambiente che ci sostiene». Per il pontefice «è bene convergere insieme da ogni condizione sociale e dare vita anche a un movimento popolare 'dal bassò. La stessa Giornata Mondiale della Terra, che celebriamo oggi, è nata proprio così. Ciascuno di noi può dare il proprio piccolo contributo».
Infine, con una battuta, ha messo in evidenza la forza della natura. «Dio perdona sempre, noi uomini alcune volte, la terra non perdona mai. Se noi la abbiamo deteriorata la sua risposta sarà brutta. La terra non è un deposito di risorse».
«Tante tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento, e io penso: se chiedo al Signore cosa pensa non credo che mi dica è una cosa molto buona, siamo stati noi a rovinare l'opera del Signore».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Aprile 2020, 12:24
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