Neonati venduti, traffico Armenia-Italia: 30 bimbi sottratti alle famiglie con l'inganno e dati in adozione
Annachiara, che oggi studia diritto internazionale all'università dell'Aja, ha capito che questa sarebbe stata la sua missione quando ancora era al liceo. Era in Sudafrica, per un programma di scambio tra studenti. «Melody, la mamma che mi ospitava, ha ricevuto una chiamata dalla maestra d'asilo del figlio Noah di 4 anni che le diceva di recarsi il prima possibile a scuola», racconta Annachiara al settimanale "F". «L'ho accompagnata.
Le maestre ci hanno comunicato che quel giorno due finti genitori erano andati all'asilo con un piccolo van e avevano rapito quattro bambini dicendo loro che erano d'accordo con le loro famiglie per portarli a casa. Le tracce di quei 4 bambini sono andate perse per sempre. Quattro bambini nelle mani di quei due trafficanti e chissà poi di quanti altri. Capisco che c'è un mondo sommerso che non conosciamo. Torno in Italia che ho già fatto la mia scelta: voglio lavorare per combattere la tratta dei minori».
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Entra in contatto con Chhori, in nepalese vuol dire sorella, un'associazione di ragazze che salvano le bambine dai bordelli illegali e le aiutano a costruirsi un'altra vita. Va in Nepal, con la mamma medico, e incontra alcune baby prostitute a Katmandu. Entra in uno di questi locali, filma quello che vede, aggancia le piccole vittime. Di ritorno in Italia fonda We act (Women empowerment against children and human trafficking) e poi crea Protection 4 kids. «Penso che oggi il traffico di esseri umani e la connessa violenza di genere sia uno dei crimini internazionali dei quali la gente sia meno al corrente. Quando invece il numero di persone coinvolte nel traffico di esseri umani oggi supera i 20 milioni in tutto il mondo».
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I progetti di Protection 4 kids sono tanti. «Costruiremo una casa per bambine violate in Colombia, a Medellin, per proteggere e inserire nella società le vittime di tratta. E torneremo a Katmandu con Chhori che sosteniamo e con cui collaboriamo. A volte di notte chiudo gli occhi e rivedo le luci di quei locali, i divanetti sporchi». E quelle bimbe stordite, in négligé, tra uomini ubriachi.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Gennaio 2020, 14:51
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