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26 novembre 2010 - Yara Gambirasio, 13 anni, scompare a Brembate di Sopra. Ha lasciato la palestra in cui pratica la ginnastica ritmica ad appena 700 metri da casa. Alle 18.47 il suo telefonino si aggancia a una cella, poi la traccia scompare. 5 dicembre - Mohamed Fikri, marocchino che lavora in un cantiere edile, viene fermato a bordo di una nave diretta a Tangeri. La sua posizione sarà archiviata perchè del tutto estraneo alla vicenda.
26 febbraio 2011 - Il corpo di Yara è ritrovato in un campo a Chignolo d'Isola, una decina di chilometri da Brembate. È stata uccisa sul posto, con alcune coltellate, ma è morta anche per il freddo.
15 giugno 2011 - Gli investigatori isolano una traccia di dna maschile sui leggins e gli slip della ragazza.
18 settembre 2012 - Nasce ufficialmente la 'pista di Gornò: viene estratto da una marca da bollo su una vecchia patente il Dna di Giuseppe Guerinoni, di Gorno, sposato e padre di due figli, morto nel 1999, simile a quello trovato sul corpo di Yara.
Comparato con il suo nucleo familiare, non porta a risultati: da qui l'ipotesi di un suo figlio illegittimo. Sarà per mesi Ignoto 1.
16 giugno 2014 - Viene arrestato Massimo Bossetti, muratore di Mapello, sposato e padre di tre figli. Due giorni prima gli era stato prelevato il Dna che era risultato coincidere con quello di Ignoto 1. A lui gli investigatori erano giunti attraverso la madre, Ester Arzuffi, che, secondo l'accusa, aveva avuto una relazione con Guerinoni.
1 luglio 2016 - Massimo Bossetti è condannato all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Bergamo dopo un processo durato un anno e nel quale sono stati sentiti decine di testimoni, consulenti genetisti, investigatori, in un clima di crescente scontro tra accusa e difesa. È invece assolto per la calunnia ai danni di un collega, da lui indicato come possibile autore del delitto.
18 luglio 2017 - La Corte d'Assise d'Appello di Brescia, dopo 15 ore di camera di consiglio, conferma la condanna di primo grado per l'omicidio e l'assoluzione per la calunnia. Bossetti in aula ripete, «io non sono un assassino», mentre i suoi legali parlano di «clamoroso errore giudiziario». Per la famiglia di Yara «giustizia è fatta».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Ottobre 2018, 14:33
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