Virus, tra distanze e protezioni la metro preferita ai bus

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di Roberta Amoruso
I numeri sono più o meno quelli di una qualsiasi giornata festiva dell'era pre-covid. È andata così su treni, bus, metro e aerei il rientro al lavoro di 4,4 milioni di italiani, il simbolo della fase 2 partita ieri anche per qualche spostamento intraregionale. Circa il 25% dei biglietti staccati sui trasporti locali. Più piena la metro che gli autobus. Tutto secondo protocollo, a quanto pare, mascherine, distanze di sicurezza, vetture a capienza ridotta, percorsi obbligati e flussi sotto controllo anche grazie alla redistribuzione dell'orario di lavoro. Non è dunque scattato il caos temuto da qualcuno. Certo, i flussi potrebbero cambiare nei prossimi giorni, quando riprenderanno anche i lavoratori più lontani dalle fabbriche, secondo uno schema implementato da molte aziende. Oppure se scenderà l'indice della paura che ha spinto in molti a utilizzare i mezzi privati. Ma, intanto, la prova del 4 maggio si può dire superata per il trasporto, soprattutto per quello locale chiamato a superare il test più difficile. Un bilancio più preciso sarà illustrato oggi nel corso dell'incontro previsto oggi tra il ministero delle Infrastrutture e le associazioni del Trasporto pubblico locale.

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I PALETTI
Anche la ministra Paola De Micheli, indossata rigorosamente la sua mascherina ieri mattina tra le 8 e 9 ha preso la metro, ha visitato la Stazione Termini di Roma, centro ideale dei trasporti nazionali e poi ha preso un autobus per andare a lavoro. Pochi i passeggeri, sia a terra che a bordo. «Non dico che sia tutto perfetto», ha commentato la ministra ospite a Otto e mezzo, «ma è una fase sotto controllo, avendo saputo gestire i flussi previsti. Stiamo lavorando con le aziende per il controllo dei flussi e delle attività». E ora «pensiamo al 18 maggio».
File ordinate ieri anche alla Stazione Centrale di Milano, principale capolinea nord dell'asse che passa per Roma, per salire sul Frecciarossa che punta al Mezzogiorno, e code disciplinate anche a Napoli, all'arrivo, per il termoscanner. Nessun viaggiatore oltre i 37,5 gradi, livello che avrebbero fatto scattare il test sierologico. Nessuna ressa nemmeno alle stazioni di Torino e Bologna.

In città, intanto, ci si muove in bus e in metro. A Roma, la sindaca Virginia Raggi ha raccomandato «prudenza e responsabilità», e i mezzi pubblici possono circolare fino alle 23,30, con controlli nelle stazioni e alle biglietterie e con una capienza fino al 50%.

Qualche fila fuori alle stazioni della metro dovute all'ingresso contingentato. I primi bilancio di fine giornata raccontano del 15% dei biglietti staccati rispetto a una giornata pre-Covid sulla metro e sulle ferrovie regionali, 110 mila, mentre poco meno del doppio sono le vidimazioni sui bus: il calo complessivo è intorno all'85%. Circa 1.300 i bus nella Capitale con 4.000 autisti e 400 addetti al controllo, tutti in mascherina. Tranne un autista multato con 400 euro perché non la indossava in servizio: «Mi si appannano gli occhiali» si è giustificato. Più di un romano, comunque, ha preso l'auto, tra le polemica sul ripristino delle strisce blu a pagamento, creando ingorghi in particolare sul Gra. «Ma ci sono più bici in circolazione» hanno registrato in Campidoglio. Più traffico a Napoli, con gente in attesa del bus alle fermate. Più gente in strada anche ad Ancona e non è mancato il passeggero ribelle che voleva salire in autobus senza mascherina. Nessun assembramento registra invece l'Atm di Milano. Pochi e disciplinati i passeggeri anche a di Bologna. Venezia supera la prova con alcuni bus sovraffollati ma tutto regolare sui vaporetti in Laguna. Serena la ripartenza di Trieste. Ma per molti la prova continuerà nei prossimi giorni.

 
 


 
 
 

Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Maggio 2020, 08:40
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