«Stare lassù è bellissimo e rischiosissimo. Adrenalina e concentrazione. Montare gru non è un lavoro per tutti: è un mestiere che va amato e non si deve fare per soldi. Io la penso così, se no rischi la pelle. L'incidente avvenuto a Torino mi ha fatto tanto male, quella di sabato scorso è stata una delle giornate più dolorose della mia vita professionale. Perché sono cose che non dovrebbero capitare: qualcosa è andato storto, c'è stata della negligenza».
Torino, i tre operai morti nel crollo della gru. «Proprio il giorno prima quel selfie insieme»
È la testimonianza di Antonio Mella, un montatore di gru, intervistato dalla Stampa. «Conoscevo Marco perché ho più o meno la stessa età.
Come sono cambiate le dotazioni di sicurezza? «Si usava un'imbracatura classica, niente di tecnologico. Adesso è tutto diverso. Soprattutto sono cambiate le autogru che usiamo nelle operazioni assemblaggio: una volta non valevano niente, oggi sono affidabilissime. A Torino è andato tutto storto, anche la sicurezza della strada», spiega. «In Svizzera non si lavora così - spiega - .Si fanno sopralluoghi accurati prima di iniziare e poi si chiudono le strade alle auto e ai pedoni. Lavoriamo con materiali pesanti: da quaranta metri d'altezza anche un piccolo bullone può uccidere»
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Dicembre 2021, 11:12
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