Strage di Ustica, la Cassazione: «I ministeri devono risarcire Itavia»
La sospensione delle attività di volo per la compagnia Itavia avvenne il 10 dicembre del 1980, mentre con due successivi decreti datati 16 dicembre 1980 e 23 gennaio 1981, l'Autorità aeronautica dichiarò decaduti i servizi di linea e decise la risoluzione delle convenzioni esistenti. Se l'unico processo penale per la strage di Ustica, quello ai quattro generali dell'Aeronautica accusati di depistaggio (Lamberto Bartolucci, morto nel febbraio scorso, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo), si è concluso con l'assoluzione definitiva e l'esclusione di un abbattimento in volo del Dc9 da parte di un missile, i procedimenti civili sono giunti a una conclusione opposta, quella di un missile che avrebbe centrato in pieno il velivolo civile causandone l'esplosione in volo.
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Da qui la responsabilità dei ministeri della Difesa e dei Trasporti per non aver garantito la sicurezza nei cieli e la condanna a risarcire Itavia con 33,1 milioni di euro, che attualizzati diventano, appunto, 330.
La rivalutazione, scrivono i giudici, «mira a ripristinare la situazione patrimoniale del danneggiato ponendosi nelle condizioni in cui si sarebbe trovato se l'evento non si fosse verificato» e tiene contemporaneamente conto della «natura compensativa del lucro cessante subito a causa della mancata tempestiva disponibilità della somma di denaro dovuta a titolo di risarcimento, la quale, se tempestivamente corrisposta, avrebbe potuto essere investita per ricavarne un lucro finanziario».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Aprile 2020, 13:07
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