Trentenne stuprata dal branco al Pigneto: due senegalesi condannati a 8 e 9 anni

Trentenne stuprata dal branco al Pigneto: due senegalesi condannati a 8 e 9 anni
Aggredita, rapinata e poi stuprata dal branco: questo l'incubo vissuto da una 36enne italiana che, nel marzo 2016, fu trascinata da cinque uomini in una via del quartiere del Pigneto, a Roma, e costretta a subire violenza sessuale. Per quell'episodio c'è stata la condanna in primo grado per due degli stupratori, mentre gli altri tre non sono mai stati rintracciati.

Era il 31 marzo 2016 quando Stefania (nome di fantasia), appena tornata da un viaggio in Spagna, si era recata nel popolare quartiere della movida per acquistare delle sostanze stupefacenti. Nei pressi dell'isola pedonale del quartiere era stata adocchiata dal branco, che la pedinò senza farsi scoprire e poi, su un tratto poco illuminato di via Prenestina, la aggredì. «Ricordo solo di essere stata strattonata e fatta cadere su alcuni scalini, erano almeno in cinque» - racconta la donna - «Mi tenevano ferma e mi spogliavano, rubandomi anche tutti i soldi che avevo con me (circa 700 euro, ndr) e il mio smartphone».

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A salvare la donna è stato l'intervento di un passante, le cui urla hanno messo in fuga gli stupratori. Stefania, ancora a terra, riferì tutto ai carabinieri e i militari del nucleo Radiomobile, in servizio in quella zona, si misero alla caccia del branco. Poco dopo, furono rintracciati e fermati due degli autori dell'aggressione, ma il cellulare e il denaro di Stefania non è mai stato ritrovato, così come gli altri tre componenti del branco.

Ieri, per i due aggressori fermati, è giunta la condanna in primo grado: i due senegalesi, rispettivamente 43 e 40 anni, sono stati condannati a nove e otto anni di carcere. I legali sostengono che si sia trattato di un equivoco dovuto ad uno scambio di persona, i due africani hanno dichiarato di conoscere Stefania e di aver consumato droghe insieme a lei quella sera, ma giurano di non averla mai aggredita. Soddisfazione, per la condanna, da parte del centro antiviolenza Differenza Donna, a cui Stefania si era rivolta: «Una sentenza giusta che ha riconosciuto la gravità della violenza di gruppo subita dalla parte offesa». In tre, però, l'hanno fatta franca e la giustizia non sarà mai completa.
Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Gennaio 2018, 10:15
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