Roma, gli abitanti si riprendono il «campo della violenza» al Pigneto

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Risse, droga, coltelli e violenza al Pigneto. Le cronache riportano la fotografia di un quartiere assediato da babygang e criminalità varia. Un racconto che gli abitanti però non accettano e oggi sono voluti scendere in piazza per dare la loro versione. Il luogo prescelto è il cuore stesso della movida, un campo di calcetto incastrato in mezzo a due scuole, di giorno vissuto dai ragazzi di medie ed elementari e la sera «invaso» di comitive di adolescenti provenienti anche da altri quartieri.

«Questo è uno spazio aperto a tutti - ci racconta Daniel, romano di origini eritree - vogliamo mantenerlo aperto ma dobbiamo insegnare a questi ragazzi a tenerlo integro a riportarlo alla sua vocazione che è quella dello sport. La risposta delle amministrazioni è sempre quella più facile - prosegue - quella securitaria».

«Riempiono il quartiere di polizia e carabinieri per qualche giorno, ci chiuderanno il campo ma il problema rimane», aggiunge Daniel. «Questo quartiere è pieno di energie da convogliare, ci sono tante associazioni che lavorano con i ragazzi, danno una mano alle scuole.

Il Pigneto è tanto altro e vogliamo mostrarlo». E così un gruppo di cittadini si è fatto promotore di una iniziativa che coinvolge proprio quello spazio ormai terra di nessuno.

«Io sono nato e cresciuto in questo quartiere - racconta Claudio, il cui appartamento si affaccia proprio su quella zona - oggi però ho ansia e paura per mio figlio. Qui tutte le sere i locali si riempiono di ragazzi giovanissimi che poi si rinchiudono in quel campo. Spesso succedono cose gravi, un mese fa un ragazzo di 17 anni ne ha accoltellato un altro di 15. Dobbiamo fare qualcosa e ben vengano queste giornate».

Oltre al calcio oggi si sono volte anche anche altre attività come la pallavolo, il takeball, la pallacanestro e gli scacchi. Sono state coinvolte le tante associazioni che vivono il quartiere e i negozianti che hanno messo a disposizione i premi per i vari tornei promossi durante la giornata. «Dobbiamo creare socializzazione e spazi di aggregazione per questi ragazzi - spiega Claudio, oggi arbitro delle partite, normalmente impiegato in Banca d'Italia - dobbiamo mostrargli una alternativa alla noia che spesso guida scelte poco sensate, soprattutto a quell'età».


Ultimo aggiornamento: Domenica 17 Marzo 2024, 19:43
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