Caso Cucchi, oggi la sentenza per l'omicidio. Il Pg: «Fu punizione corporale di enorme gravità»

Iniziata l'udienza in Cassazione che vede imputati quattro carabinieri: due per omicidio preterintenzionale e due per falso.Giovedì quella di primo grado sui depistaggi

Caso Cucchi, oggi la sentenza per l'omicidio. Il Pg: «Fu punizione corporale di enorme gravità»

Stefano Cucchi, iniziata oggi in Corte di Cassazione l'udienza del processo che vede imputati quattro carabinieri. La Suprema Corte dovrà confermare o meno la sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Roma, a quasi 13 anni dalla morte del 30enne arrestato dai carabinieri e deceduto una settimana dopo all'ospedale Sandro Pertini.

Poco prima delle 16 sono entrati in camera di consiglio i giudici della V sezione penale della Cassazione chiamati a decidere sul processo per la morte di Stefano Cucchi. La sentenza è attesa in serata. Oggi il sostituto procuratore generale della Cassazione, Tomaso Epidendio, ha chiesto di confermare le condanne comminate ai carabinieri imputati e di celebrare un nuovo processo di Appello «limitatamente al trattamento sanzionatorio» per Francesco Tedesco, il militare che con le sue dichiarazioni ha fatto luce sul pestaggio del 31enne romano, arrestato il 15 ottobre del 2009 e deceduto sette giorni dopo all'ospedale Sandro Pertini. Il pg ha chiesto di rigettare i ricorsi presentati contro la sentenza del 7 maggio 2021 che ha condannato a 13 anni per omicidio preterintenzionale i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, a quattro anni per falso il carabiniere Roberto Mandolini. Il pg ha sollecitato invece un annullamento con rinvio per Francesco Tedesco, condannato a due anni e mezzo per falso, «limitatamente al trattamento sanzionatorio».

Il Pg della Cassazione: «Punizione corporale di enorme gravità»

«Fu una via crucis notturna quella di Stefano Cucchi, portato da una stazione all'altra» ha sottolineato in aula il Pg della Cassazione Tomaso Epidendio all'udienza per il pestaggio subito dal giovane geometra ad opera dei carabinieri nella caserma Casilina, nel 2009 a Roma, «e tutte le persone che entrarono in contatto con lui dopo il pestaggio sono rimaste impressionate dalle condizioni del Cucchi: si tratta di un gran numero di soggetti tra i quali infermieri, personale delle scorte, detenuti, agenti di guardia. Davvero si può ritenere che questo numero impressionate di soggetti abbia congiurato contro i carabinieri?».

 «Si tratta di soggetti professionalmente preparati che si trovano ad affrontare una reazione prevedibile, e nemmeno delle più eclatanti, durante il fermo di Stefano Cucchi che rifiuta di sottoporsi al fotosegnalamento» ha sottolineato ancora il Pg della Cassazione Tomaso Epidendio in aula, aggiungendo che il pestaggio attuato dai carabinieri nella caserma Casilina «è stato una punizione corporale di straordinaria gravità, caratterizzata da una evidente mancanza di proporzione con l'atteggiamento non collaborativo del Cucchi». Per questo, il Pg ha chiesto la conferma dell'aggravante dei futili motivi per gli imputati. 

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Caso Cucchi, l'udienza in Cassazione

La Corte d'Assise d'Appello di Roma aveva condannato a 13 anni, per omicidio preterintenzionale, i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro accusati del pestaggio di Stefano Cucchi, arrestato il 15 ottobre del 2009 e morto sette giorni dopo all'ospedale Sandro Pertini di Roma.

In secondo grado è stato condannato per falso a quattro anni Roberto Mandolini, all'epoca dei fatti comandante della stazione Appia e a due anni e mezzo per lo stesso reato Francesco Tedesco, il militare che con le sue dichiarazioni aveva per la prima volta parlato del pestaggio avvenuto nella caserma Casilina la notte dell'arresto. 

Caso Cucchi, la Cassazione respinge la richiesta di rinvio

È stata respinta dalla Cassazione la richiesta di rinvio dell'udienza per i quattro carabinieri condannati per la morte di Stefano Cucchi avanzata dai secondi difensori di due imputati per motivi legati al Covid. L'udienza ha appena preso il via con la relazione introduttiva, presente in aula, Ilaria Cucchi. A causa delle misure contro il Covid, i cronisti sono tenuti fuori dall'aula. 

Ilaria Cucchi: «Ho fiducia nella giustizia»

«Questa vicenda ha restituito speranza è fiducia a tante persone, speriamo che questa fiducia non venga delusa». Lo ha detto Ilaria Cucchi entrando in Cassazione con l'avvocato Fabio Anselmo prima dell'inizio dell'udienza del processo per la morte di Stefano Cucchi in cui sono imputati 4 carabinieri. «Dopo 15 gradi di giudizio e più di 150 udienze è una vicenda estenuante, siamo stremati ma siamo arrivati sin qui e abbiamo fiducia nella verità» ha aggiunto l'avvocato Anselmo.

Caso Cucchi, il legale dei genitori: «Ci aspettiamo la conferma delle condanne»

«Oggi è un giorno che aspettavamo da molto, adesso ci aspettiamo una conferma delle sentenza di Appello e che dopo 13 anni si arrivi a mettere la parola fine su questa vicenda». Lo ha detto l'avvocato Stefano Maccioni, legale dei genitori di Stefano Cucchi, entrando in Cassazione. Oggi è prevista l'udienza del processo per la morte di Stefano Cucchi in cui sono imputati 4 carabinieri. I supremi giudici sono chiamati a decidere se confermare o meno la sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Roma che il 7 maggio dello scorso anno ha condannato a 13 anni per omicidio preterintenzionale i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro accusati del pestaggio di Stefano Cucchi, arrestato il 15 ottobre del 2009 e morto sette giorni dopo all'ospedale Sandro Pertini di Roma. In secondo grado è stato condannato per falso a quattro anni Roberto Mandolini, all'epoca dei fatti comandante della stazione Appia e a due anni e mezzo per lo stesso reato Francesco Tedesco, il militare che con le sue dichiarazioni aveva per la prima volta parlato del pestaggio avvenuto nella caserma Casilina la notte dell'arresto.

Caso Cucchi, giovedì la sentenza sui depistaggi

Il processo per la morte di Stefano Cucchi non si ferma però alla sentenza di oggi. Giovedì prossimo, 7 aprile 2022, è attesa infatti la sentenza di primo grado in merito ai presunti depistaggi fatti dai carabinieri per ostacolare l'inchiesta. Tra gli imputati ci sono otto carabinieri, accusati a vario titolo e a seconda delle posizioni di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia. Il pm Giovanni Musarò ha chiesto per loro condanne che vanno da un anno e un mese fino a sette anni e nella requisitoria dello scorso dicembre aveva dichiarato: «C'è stata un'attività di depistaggio ostinata, che a tratti definirei ossessiva. I fatti che siamo chiamati a valutare non sono singole condotte isolate ma un'opera complessa di depistaggi durati anni».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Aprile 2022, 20:54
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