FROSINONE Non era una operazione semplice, ma tra i possibili rischi non c’era certamente quello di perdere la voce e tutte le altre conseguenze, dalla depressione al licenziamento, che questa grave menomazione avrebbe comportato. Eppure questo è quanto è accaduto a una donna di Frosinone, N.P. (queste le sue iniziali), di 57 anni, che solo ora è stata risarcita per il danno subito: un milione di euro che la Asl ciociara ha liquidato in questi giorni, così come stabilito dal tribunale.
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L’intervento
La vicenda inizia nella primavera del 2013 quando la donna, allora cinquantenne, nel pieno dell’attività lavorativa e sociale, si sottopone a un intervento chirurgico di tiroidectomia per un “gozzo nodulare” presso il reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale “Spaziani” del capoluogo ciociaro. Dopo qualche giorno viene dimessa, ma ad un mese dall’operazione la donna non riesce più a parlare, è afona e avverte una grave insufficienza respiratoria.
La paziente va in cura da un logopedista, ma niente. Non riesce ad emettere più una parola, solo un suono flebile. Le prende lo sconforto perché le possibilità di una guarigione e di un ritorno alla vita normale sembrano sempre più allontanarsi. Ma cosa è successo? Il primo, amaro, verdetto arriva dopo una visita specialistica che riscontra una paralisi all’altezza delle corde vocali. Paralisi che, oltre a impedirle di emettere suoni, le provoca anche continue crisi respiratorie. La donna viene ricoverata di nuovo in ospedale, ma questa volta al “Regina Elena San Gallicano” di Roma dove viene sottoposta ad un altro intervento chirurgico che servirà soltanto ad attenuare le difficoltà respiratoria. Per il recupero della funzione delle corde vocali non c’è speranza, come accerta successivamente il medico legale, secondo il quale le lesioni sono da attribuire all’intervento chirurgico e al decorso post operatorio presso l’ospedale “Spaziani”.
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Il licenziamento
Nel frattempo la donna, dirigente di un centro commerciale del frusinate, viene licenziata, e deve dire addio anche al suo sogno nel cassetto che prima o poi contava di realizzare: diventare una guida turistica.
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La perizia
Secondo il perito, appunto, sulla base della documentazione clinica e della visita a cui è stata sottoposta la paziente, i danni alle corde vocali e alla funzione respiratoria sono stati causati da un errore medico e in particolare dalla “imperizia dell’esecuzione tecnica dell’intervento chirurgico". Il perito ipotizza che nel corso dell’operazione ci sia stata una emorragia e il chirurgo, per porvi rimedio, abbia danneggiato i nervi della laringe, quindi determinando la lesione, quasi totale, alle corde vocali e una riduzione della capacità respiratoria. La Asl quindi è stata condannata a risarcire la paziente per un ammontare di 773.799 a titolo di danno non patrimoniale e 360mila euro per quello patrimoniale. Oltre un milione di euro che è stato liquidato nei giorni scorsi. Negli ultimi 5 anni, dal 2015 al 2019, la Asl di Frosinone ha pagato risarcimenti per errori sanitari (circa 250 casi) per un importo complessivo di circa 26 milioni di euro, di cui 12 solo tra il 2018 e lo scorso anno.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 29 Ottobre 2020, 18:47
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