Vita dura quella dei supplenti a scuola, talvolta ben poco considerati dagli studenti. Ad una docente la sostituzione di una collega in una scuola elementare di Fornovo Taro, nel Parmense, è costata addirittura una condanna per abuso di mezzi di correzione. La sentenza ai danni di una maestra di sessanta anni è stata di un mese e venti giorni, con il beneficio della sospensione condizionale della pena e della non menzione, ma con l'obbligo, oltre ai propri avvocati, di pagare le spese processuali.
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La vicenda risale a quattro anni fa quando, durante proprio un giorno di supplenza in una quinta elementare della provincia di Parma, la donna ha dovuto fare i conti con uno scherzo davvero di pessimo gusto. Un bambino, rimasto ignoto, aveva imbrattato in malo modo i muri dei bagni dei maschietti con delle feci e la bidella, piombata nella classe della maestra, aveva iniziato a protestare, sicura che l'autore del gesto fosse in quell'aula. La notizia però fu accolta con il caos dagli altri ragazzini che iniziarono ad uscire dalla classe per andare a vedere cosa fosse successo nel bagno. A quel punto la maestra avrebbe richiamato tutti all'ordine.
La versione invece di alcuni genitori, supportati dal racconto dei figli, è che la sessantenne abbia non solo alzato la voce ma anche le mani afferrando per il colletto un bimbo e insultando furiosamente gli altri.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Aprile 2022, 12:43
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