Gigi De Palo: «L’occupazione del futuro»

Gigi De Palo: «L’occupazione del futuro»

di Gigi De Palo

Ogni anno si ripropone il tema della settimana di occupazione dei licei romani. Un rito di passaggio, quasi liturgico, vissuto 30 anni fa da studente e oggi da genitore. Non mi piaceva allora e non mi piace nemmeno oggi che sono padre, perché ritengo ingiusto che una minoranza costringa la stragrande maggioranza degli studenti di una scuola a rinunciare alle lezioni. E lo scrivo da ex giovane che non amava andare a scuola e che non era di certo un “secchione”. Tuttavia mi piacerebbe che il prossimo anno si facessero occupazioni in tutte le scuole italiane non per protestare contro il ministro della pubblica istruzione di turno, né per manifestare la propria e astratta contrarietà alla guerra, quanto per pretendere dagli adulti risposte concrete sul futuro. Un’occupazione non politicizzata, senza simboli di partito, senza cattivi maestri a fare da burattinai dietro le quinte, fuori da ogni schema, con logiche diverse rispetto a quelle di sempre, capace di unire tutti i giovani in un’unica richiesta: che futuro ci state lasciando?

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Dicembre 2023, 07:18
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