Le negano lo smart working, consigliera comunale neomamma si dimette: «Mi hanno detto di aspettare un anno»

Il caso di Francesca Dell'Aquila. Il Pd ha chiesto di adeguare i regolamenti per permettere di conciliare la maternità agli impegni istituzionali

Le negano lo smart working, consigliera comunale neomamma si dimette: «Mi hanno detto di aspettare un anno»

di Redazione web

Lo smart working e lavorare da remoto aiuta molte mamme e papà a prendersi cura dei loro figli o figlie. Durante la pandemia ha dato un grosso contributo ad evitare una maggiore trasmissione del Covid. Oggi viene sempre più spesso messo in discussione. Complici le accuse di una minore redditività del dipendente sul luogo di lavoro. Diventa un caso la denuncia della neo mamma e consigliera comunale del Pd a Monza Francesca Dell'Aquila, che si è dimessa perché non le è stato concesso di partecipare alle sedute di consiglio comunale da remoto.

La denuncia della consigliera dem

«Ho partorito a settembre e durante la gravidanza ho proposto al mio gruppo consigliare una revisione del regolamento – ha spiegato Dell'Aquila – perché consigliere donne in gravidanza prima e mamme e papà dopo la nascita del bambino, potessero assolvere al proprio impegno pubblico a distanza».

Seppure «il riscontro sia stato positivo – ha proseguito – mi è stato detto che sarebbe stato possibile nell'ambito di una revisione complessiva del regolamento, quindi tra circa un anno». Dell'Aquila ha quindi scelto di dimettersi: «lasciare un posto vuoto per mesi in aula non sarebbe stato moralmente corretto nei confronti del mio impegno e di chi mi ha eletta».

Le dimissioni di Francesca Dell'Aquila

Le dimissioni, ha concluso «sono state una mia scelta, ma obbligata, mi sarei aspettata una reazione più rapida per rompere quei vecchi schemi che tengono la società ingessata sulla pelle delle donne e dei bambini come accaduto per esempio con un ordine del giorno, a Genova e a Torino». 

«Non è accettabile quello che è avvenuto nel Consiglio comunale di Monza dove la consigliera Francesca Dell'Aquila è stata costretta a dimettersi perché il regolamento non permette che possa collegarsi in remoto per poter adempiere ad alcune esigenze da neo mamma. È arrivato il momento che tutte le assise pubbliche adeguino i loro regolamenti per permettere di conciliare la maternità agli impegni istituzionali. E questo deve avvenire con tempi celeri e procedure semplificate. Deve diventare un diritto acquisito e non una concessione», ha commentato la vicepresidente nazionale del Pd e presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, commentando la vicenda Dell'Aquila.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Gennaio 2024, 19:03
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