Medici di base, a Milano sono pochi e quelli in pensione non vengono sostituiti. Criticità nelle periferie. Bussolati (Pd): «Ne mancano 200»

Medici di base, a Milano sono pochi e quelli in pensione non vengono sostituiti. Criticità nelle periferie. Bussolati (Pd): «Ne mancano 200»

di Simona Romanò

 Sos medici di famiglia. «Nel Milanese ne mancano almeno 221, oltre 900 in tutta la Lombardia per garantire visite a domicilio e prestazioni puntuali». È la denuncia del consigliere regionale dell’opposizione Pietro Bussolati (Pd), che ha avviato una raccolta firme nei quartieri milanesi densamente popolati ma «drammaticamente scoperti». Da Giambellino a Ronchetto, da Molise-Calvairate a Porta Romana, alla Barona. Qui, da settimane, i cittadini protestano per essere rimasti senza cure. Spiazzati soprattutto gli anziani, molti dei quali malati e con scarsa possibilità di deambulazione: sono costretti ad andare a oltre un chilometro di distanza da casa, se non di più, per un poliambulatorio pubblico.

DISAGI Un tempo la guardia medica era un servizio di “emergenza” la sera e nei festivi. Oggi, invece, è una scelta obbligata per molti malati. Il problema è che nessuna legge obbliga un camice bianco ad aprire uno studio in un determinato rione. Dunque, man mano che i vecchi dottori vanno in pensione, non sono sostituiti e così è scattata l’emergenza.

CARENZA L’Ats Milano conta su tutto il territorio 2.096 medici di base. Di questi, 853 hanno l’ambulatorio in città. Nel dettaglio: 65 nel Municipio 1; 116 nel 2; 70 nel 3; 100 nel 4; 76 nel 5; 96 nel 6; 103 nel 7; 118 nell’ 8 e 109 nel 9. «Troppo pochi per il numero di persone da visitare», ammette Anna Pozzi, segretaria milanese della Federazione italiana dei medici di medicina generale, che assiste 1.750 mutuati. La categoria a Milano è sotto pressione con oltre 1.500 pazienti ciascuno (picchi di 1.700), contro i 1.200 di media nazionale. «La carenza è una criticità che esiste da anni», puntualizza Pozzi. Perché? «Negli anni è mancata la programmazione che facesse fronte ai pensionamenti e le borse stanziate per la formazione obbligatoria sono poche»: «quattro anni fa erano 90-100 in Lombardia. Nell’ultimo anno, circa 250». Nonostante la pandemia abbia dimostrato il ruolo chiave del proprio medico curante.

PROTESTE NEI QUARTIERI Al Giambellino - dove l’ultimo dottore è in pensione Il 30 giugno e nessuno indosserà il suo camice - gli anziani sono in agitazione, fra sit in e presidi “armati” di cartelli: «Siamo disposti a tutto. Anche allo sciopero della fame per avere un medico vicino casa». Perché, «è una presenza che dà sicurezza».

RICHIESTE «La Regione intervenga immediatamente, perché si prevede che la prospettiva peggiori nei prossimi anni», attacca il consigliere regionale Bussolati. Gli fa eco il presidente dem del Municipio 6, Santo Minniti: «I medici sono distribuiti per ampi distretti e non per quartiere. Bisogna cambiare al più presto il sistema». 


Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Luglio 2021, 09:54