Milano, chi sono i nuovi poveri: alla Caritas anche chi ha un lavoro, più colpiti donne e stranieri

I dati della Caritas su 15mila persone aiutate

Milano, chi sono i nuovi poveri: alla Caritas anche chi ha un lavoro, più colpiti donne e stranieri

di Simona Romanò

 La piaga della povertà si espande. Nel 2022, a Milano, sempre più persone sono piombate in uno stato di indigenza: + 5,1 rispetto al 2021). Aumentano coloro che si rivolgono alla Caritas sebbene lavorino, perché il reddito è insufficiente. Molti sono italiani, che vanno ad aggiungersi allo stuolo di cittadini finiti in disgrazia durante la pandemia e che vedono consolidarsi la loro condizione. Aumentano anche le donne in stato di precarietà (61,4%, +14,5% rispetto al 2021) e gli immigrati (60,9%, +12,7% rispetto al 2021), soprattutto a causa del forte afflusso di profughi ucraini. Inoltre, a “soffrire” sono tante famiglie con figli minori, costretti a vivere in uno stato di indigenza e malessere. È quanto emerge dal Rapporto sulle povertà nella diocesi del 2022, presentato ieri dalla Caritas Ambrosiana. Nel 2022 sono state aiutate 14.619 persone (+5,1% rispetto al 2021) nei 137 centri d’ascolto territoriali e nei tre 3 servizi diocesani.

LAVORO POVERO Il 77,5% delle persone che i sono rivolte ai centri Caritas lavorano ma non arrivano a fine mese: 3 su 4 sono part time; 2 su 3 sono occupati full time. Tra gli occupati con insufficienze reddituali, le professioni più frequenti sono quelle relative ai lavori domestici (25%) e all’assistenza agli anziani (23%).

Si allarga, dunque, il fenomeno del lavoro povero, il working poor, ovvero persone che hanno un impiego, con contratti non dignitosi e una retribuzione ridicola, che non riescono a sopravvivere e hanno bisogno di un aiuto materiale per integrare il loro stipendio. Chiedono di tutto: cibo per il pranzo e la cena, il necessario per i bimbi, anche neonati, contributi per affitti e bollette.

MINORI & FUTURO Nelle famiglie aiutate da Caritas vivono 6.584 minori (il 33% in età pre-scolare). Il 76,5% sono di origine immigrata, il 23,5% italiani; 1 su 4 è monoparentale e quando c’è un solo genitore è quasi sempre donna (92,5%). La povertà spesso rende ai ragazzi ancor più difficile intraprendere strade per crearsi un futuro migliore. «Ci sono tutte spie di un disagio diffuso», ha osservato Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana. «Bisogna preoccuparsi della crescente presenza, tra i poveri, di tante persone occupate, alcune con contratti regolari, altre precarie, altre sottopagate. Da queste evidenze bisogna partire, se si vuole veramente combattere la povertà, evidenziando anzitutto la necessità di serie politiche del lavoro».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Giugno 2023, 08:36
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