«Il futuro è ora». Se un tempo il punk aveva come slogan nichilista “no future”, la storia e le circostanze hanno cambiato tutto. A farlo capire è Maria (Masha) Alyokhina, leader delle Pussy Riot, collettivo russo di resistenza e protesta femminista che, negli ultimi anni, ha fatto parlare di sé per la sua guerra personale, a colpi di musica, corpo, voce e scandali contro l’autoritarismo putiniano. Due anni di galera per Masha («e in Russia non è cambiato nulla dai tempi del Gulag»), una fuga rocambolesca a maggio, dopo settimane di latitanza, travestita da rider. L’11 settembre le Pussy Riot calcano il palcoscenico del Teatro Arcimboldi con lo show Riot Days, regia di di Yury Muravitsky, «una performance teatrale nata nel 2016 – spiega Masha - in cui uniamo canzoni, video, citazioni dal mio omonimo libro. Il filo che unisce tutto è la ribellione. I luoghi? Vanno bene tutti: un teatro come gli Arcimboldi, un club, un museo, un festival: siamo convinte che l’attivismo debba toccare qualunque spazio. E ognuno può fare la sua parte.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 8 Settembre 2022, 06:55
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