Giorgio Armani operations in amministrazione giudiziaria. «Lavoratori sfruttati e pagati 2 euro all'ora»

Indagine con al centro un presunto sfruttamento del lavoro, attraverso l'utilizzo negli appalti per la produzione di opifici abusivi e il ricorso a manodopera cinese in nero e clandestina

Giorgio Armani operations in amministrazione giudiziaria. «Lavoratori sfruttati e pagati 2 euro all'ora»

di Redazione Web

La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto l'amministrazione giudiziaria per la Giorgio Armani operations spa, società che si occupa di progettazione e produzione di abbigliamento e accessori del gruppo del colosso della moda, a seguito di un'inchiesta dei pm Paolo Storari e Luisa Baima Bollone e dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro. Indagine con al centro un presunto sfruttamento del lavoro, attraverso l'utilizzo negli appalti per la produzione di opifici abusivi e il ricorso a manodopera cinese in nero e clandestina. 

La Giorgio Armani operations spa, controllata dalla Giorgio Armani spa, sarebbe stata «ritenuta incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell'ambito del ciclo produttivo non avendo messo in atto misure idonee alla verifica delle reali condizioni lavorative ovvero delle capacità tecniche delle aziende appaltatrici tanto da agevolare (colposamente) soggetti raggiunti da corposi elementi probatori in ordine al delitto di caporalato». È quanto viene spiegato dagli investigatori in relazione alla misura di amministrazione giudiziaria disposta dal Tribunale di Milano. 

 

Sistema che prosegue da 7 anni

Non si tratta di «fatti episodici» ma di un «sistema di produzione generalizzato e consolidato» che riguarda diverse «categorie di beni», come «borse e cinture», e che «si ripete, quantomeno dal 2017 sino ai più recenti accertamenti dello scorso febbraio» con la produzione «della merce a marchio Giorgio Armani» realizzata «in concreto» da «opifici cinesi». Lo scrivono i giudici di Milano Pendino-Rispoli-Cucciniello nel provvedimento con cui hanno di fatto commissariato per un anno la Giorgio Armani operations spa, a seguito dell'inchiesta del pm Storari e dei carabinieri su un presunto caporalato.

Paghe da 2-3 euro per 14 ore al giorno

La produzione negli opifici abusivi cinesi di abbigliamento e accessori, venduti poi con marchio Giorgio Armani, era «attiva per oltre 14 ore al giorno, anche festivi», con lavoratori «sottoposti a ritmi di lavoro massacranti» e con una situazione caratterizzata da «pericolo per la sicurezza» della manodopera, che lavorava e dormiva in «condizioni alloggiative degradanti».

E con paghe «anche di 2-3 euro orarie, tali da essere giudicate sotto minimo etico».

È il quadro che emerge dal provvedimento del Tribunale di Milano, attraverso testimonianze degli stessi lavoratori e accertamenti dei carabinieri, con cui è stata disposta l'amministrazione giudiziaria per un anno per la Giorgio Armani operations spa, società del gruppo del colosso dell'alta moda.

Un'inchiesta che si inserisce in un filone di indagini aperto dalla Procura di Milano sullo sfruttamento del lavoro, che dopo aver toccato, sempre con fascicoli coordinati dal pm Paolo Storari, grandi aziende di trasporti, logistica, servizi di vigilanza e altri settori, sta approfondendo il mondo della moda. Nei mesi scorsi era stata commissariata dal Tribunale la Alviero Martini spa ed era emerso uno schema simile a quello venuta a galla oggi.

La risposta della società

«La società ha da sempre in atto misure di controllo e di prevenzione atte a minimizzare abusi nella catena di fornitura». Così in una nota la Giorgio Armani commenta la misura di prevenzione disposta dal tribunale di Milano per la GA Operations. «La GA Operations - conclude la nota - collaborerà con la massima trasparenza con gli organi competenti per chiarire la propria posizione rispetto alla vicenda».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Aprile 2024, 16:19
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