Gallera e Fontana: «In Lombardia chiudere tutto per 15 giorni altrimenti non reggiamo». Positivi 5791, 468 morti»
di Giovanni Migone
Ma nonostante la necessaria collaborazione, i rapporti con il governo non sembrano essere da idillio: «La sensazione -ha detto sempre Fontana - è che non sia ben chiara, tanto tra i colleghi delle regioni, quanto forse presso alcuni membri del governo, la reale situazione che viviamo in Lombardia. Non è stata ancora percepita in modo uniforme. Mi auguro che questi appelli possano essere valutati attentamente dal governo che ci ha informato che potrà prendere in considerazione nuove misure legate alla posizione particolare della nostra Regione».
All'origine della richiesta c'è l'ormai ex zona rossa di Codogno, dove il contagio sta invertendo la tendenza, riducendosi. È questo il tassello che ha ricomposto il mosaico di posizioni politiche espresse nei diversi capoluoghi e ha portato i sindaci a chiedere alla regione di farsi interprete presso il governo per misure più stringenti. «Se i numeri si riducono dove le misure erano rigorose - ha sottolineato Fontana - significa che ridurre i contatti è l'unica strada. È il momento di insistere».
Intanto, i colpi del coronavirus continuano a essere da ko, con il sistema sanitario lombardo che vacilla, ma ancora non si piega. Il bollettino di ieri parla di 5.791 casi accertati, con 3.319 (+505 sull'altroieri) ricoverati a cui si aggiungono quelli in terapia intensiva, a quota 466 (+26). In crescita anche i decessi che arrivano a quota 468 (+135).
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Marzo 2020, 10:13
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