«Non prendete quel viadotto, è a rischio crollo», ma l'audio su WhatsApp è una bufala: denunciata una donna

«Non prendete quel viadotto, è a rischio crollo», ma l'audio su WhatsApp è una bufala: denunciata una donna

di Enrico Chillè
Un audio diffuso su un gruppo WhatsApp, in cui viene annunciato il rischio di crollo per un viadotto dell'autostrada A12, ma che in realtà è una vera e propria bufala. Per questo motivo, i carabinieri di Sori (Genova) hanno aperto un'indagine per procurato allarme e rintracciato la donna che ha inviato quel messaggio vocale per prima.

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«Scusate, approfitto del gruppo per una cosa che non c'entra nulla con la scuola, ma che penso sia ancora più importante. Ho parlato stamattina con mio marito che ha un amico geologo e gli ha detto assolutamente di non prendere il ponte sull'autostrada, quello di Sori per andare a Genova» - recita l'audio, poi inoltrato e diffuso da altre persone - «Era già pericoloso all'80%, dopo questo mese di piogge è arrivato ad una pericolosità del 160% e ha un pilone completamente pieno d'acqua. Mi ha detto di avvisare più persone possibili, non prendete l'autostrada».



A raccontare uno degli effetti della psicosi che sta attanagliando la popolazione ligure, in una terra già profondamente segnata dal dissesto idrogeologico, è Il Secolo XIX. Le indagini, effettuate anche dai carabinieri di Recco e di Pieve Ligure, hanno consentito di rintracciare la donna che ha registrato quell'audio: si tratta di una 37enne casalinga, nata a Recco ma residente nell'entroterra. Convocata in caserma, la donna si è giustificata così: «Non volevo scatenare il panico, mi sembrava giusto informare i miei conoscenti del rischio. L'ho saputo da mio marito, che ha un negozio e aveva ricevuto la notizia da un cliente, che fa il geologo».

Il presunto geologo, però, finora non è stato individuato e la 37enne è stata denunciata per procurato allarme. Gli investigatori, infatti, spiegano: «Prima di diffondere un messaggio del genere, avrebbe dovuto rivolgersi alle autorità competenti. Per individuarla, abbiamo censito orari e numeri di telefono dei tanti messaggi con cui è stato diffuso l'audio, inviato per la prima volta in una chat di genitori di alunni di una scuola e poi condiviso anche su altri gruppi».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Novembre 2019, 14:04
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