Terremoto Catania, Ingv: «Non siamo tranquilli, ecco cosa sta accadendo»

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La storia si ripete. Il terremoto di magnitudo 4,8 che stanotte ha fatto tremare Catania ricorda quello del 1984 che provocò un morto a Zafferana Etnea. «Non si può escludere un'apertura di bocche a quote minori da dove si sono aperte adesso, in particolare modo nella zona di Piano del Vescovo a sud della Valle del Bove. Se ci riuscirà, non lo sappiamo», afferma Eugenio Privitera, direttore dell'Ingv di Catania.

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«Stiamo potenziando i sistemi di rilevamento sismici e Gps della deformazione del suolo in quella zona. La forte sismicità non ci lascia tranquilli. Vediamo come evolverà. La situazione ricorda quella dell'ottobre del 1984 che provocò un morto a Zafferana Etnea: è sempre la faglia di Fiandaca, che quando si muove fa danno. Non ci sono relazioni tra l'Etna e lo Stromboli perché appartengono a due contesti geodinamici diversi e hanno sistemi di alimentazioni separate».

 
 

«Siccome sono due vulcani molto attivi- evidenzia- è alta la probabilità di una fase eruttiva nello stesso tempo, ma è puramente casale.
E inoltre, in questo momento, non è in eruzione, ma è soltanto cambiato il livello di allerta». Privitera conclude che il «terremoto della scorsa notte è stato un evento singolo. Un episodio analogo avvenne nell'ottobre del 1984».

 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Dicembre 2018, 15:30
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