Lo speleologo triestino trentatreenne si era infortunato a causa di una caduta di venti metri nella grotta in esplorazione denominata «Frozen». La barella con il ferito è uscita alle 12.35 dall'ingresso collocato cento metri più in basso denominato «Turbine», prontamente liberato dal ghiaccio dai soccorritori sabato pomeriggio. A eseguire il soccorso e la risalita dal punto in cui si trovava, a duecento metri di profondità, dodici tecnici inclusi medico e infermiere. Questi ultimi sono rimasti sempre con lui a fargli assistenza fin da sabato 4 agosto. Le operazioni sono state seguite passo a passo dall'esterno della grotta tramite collegamento telefonico con l'interno attraverso lo speciale cavo di trasmissione.
E tra l'esterno della grotta e il campo base presso la caserma della Guardia di Finanza di Sella Nevea tramite collegamento radio, dato che la copertura per la rete mobile è assente in quota. Sul posto sono rimasti ad attenderlo in queste ore anche i familiari. Le operazioni di soccorso hanno impegnato per quasi quarantotto ore, a partire da sabato 4 agosto, tre elicotteri per il trasporto di uomini e materiali, il velivolo della Protezione Civile, quello dell'Esercito Italiano di stanza presso la base di Casarsa Ale Rigel e un elicottero dal Veneto per il trasporto di un infermiere speleologo specializzato, 94 tecnici speleologi con varie specializzazioni, come ad esempio la squadra dei disostruttori che ha allargato i punti più stretti per consentire il passaggio della barella, provenienti da tutta la regione e dal resto d'Italia e 22 tecnici alpini, tutti del Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale.
Nonostante la giovane età il ferito, anch'egli facente parte del Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale, è uno dei tecnici con più pratica ed esperienza in grotta, in particolare nelle tecniche di recupero e di soccorso: lui stesso è infermiere. In particolare nel 2014 in Baviera si è distinto assieme ad altri, come uno dei soccorritori che hanno contribuito direttamente al salvataggio del ferito dall'abisso di Riesending, in quanto primo infermiere a raggiungerlo, rimanendo per due giorni dentro la grotta che ha tenuto l'opinione pubblica di tutta Europa con il fiato sospeso.
Le tecniche di soccorso in grotta del Soccorso Alpino e Speleologico italiano sono considerate tra le più valide: i punti di forza sono la leggerezza e la velocità nel condurre la barella all'esterno.
Ed è proprio sulle strategie di recupero e di movimento delle squadre e sull'efficienza e il coordinamento a livello nazionale che si basano sempre i soccorsi italiani in grotta, che hanno fatto scuola persino nella lontana Cina.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Agosto 2018, 14:04
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