René Caovilla, il re delle scarpe rapinato: «Ho trattato i banditi come fossero clienti»

René Caovilla, il re delle scarpe rapinato: «Ho trattato i banditi come fossero clienti»

Fernando Renè Caovilla, il re delle scarpe di lusso, parla con il Corriere della Sera della rapina, lo scorso 2 dicembre, nella quale due uomini hanno assaltato la sua villa alle porte di Stra, in provincia di Venezia, minacciando la sua famiglia e fuggendo con un bottino che ammonterebbe a decine di migliaia di euro tra denaro e gioielli«Abbiamo avuto paura, è ovvio. La situazione non era facile, con quei due uomini armati che ci tenevano sotto tiro. E così, ho fatto quello che faccio tutti i giorni: ho mantenuto la calma e parlato con loro, fino a trovare un punto d'incontro».

«In quel momento in casa eravamo presenti solo io, mia moglie Paola e due domestici - racconta Caovilla - Era l'ora di cena. Spesso verso sera riceviamo degli ospiti e quindi è l'unico momento della giornata in cui stacchiamo i quattro allarmi attivi all'esterno. Mi pare evidente che i banditi ci tenessero d'occhio o che sapessero il momento esatto in cui entrare in azione: hanno fiutato l'occasione e l'hanno subito colta. La telecamera di sorveglianza li ha ripresi mentre scavalcavano il muro di cinta, poi sono entrati in casa. Erano due, armati e con il volto coperto dal passamontagna. Parlavano italiano ma con un accento straniero, mi sono fatto l'idea che fossero albanesi ma potrei sbagliarmi».

«Ci hanno puntato le armi alla tempia - prosegue l'imprenditore - e hanno gettato mia moglie a terra. Però è stato meno brutale di quel che si può immaginare...Puntavano a tutto. La cassaforte era aperta, invece avevo qualcosa in giro per la casa e l'ho consegnato, perché qualcosa bisogna pur dare a questa gente. Sono abituato ad affrontare le situazioni con equilibrio, perché se si perde il controllo poi si scatena il panico. E quindi ho spiegato loro che avremmo portato avanti questa cosa insieme, ma senza farci del male. Ho detto: 'Io sono qui, però cercate anche voi di moderare le richieste'. Con questo tono sono riuscito a portare avanti un dialogo. Mi è venuto spontaneo, come se parlassi con un cliente».

«Sono rimasti all'incirca tre quarti d'ora. Nel frattempo uno teneva sotto controllo mia moglie mentre io giravo per la casa col secondo uomo. Quando hanno avuto quel che volevano, è finita: se ne sono andati e ho dato l'allarme. Ora indaga la squadra mobile di Venezia. Ci sono anche le riprese della telecamera di sorveglianza, spero siano utili». «Non mi era mai capitato nulla del genere - commenta - I sindaci chiedono rinforzi per le forze dell'ordine, in modo da aumentare i controlli nelle strade.

Non posso che unirmi al loro appello. In fondo ho solo tenuto l'allarme disattivato durante l'orario di cena: ciò che è accaduto dimostra che non possiamo più permetterci neppure questo. Starò più attento. Per prima cosa ho assunto una guardia fissa, con il compito di sorvegliare la casa. Spero sia sufficiente a fare in modo che non ricapiti più».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Dicembre 2021, 11:06
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