Flop no green pass, nelle stazioni blindate poche adesioni alla protesta. Sotto indagine le minacce online

Flop no green pass, nelle stazioni blindate poche adesioni alla protesta. Sotto indagine le minacce online

di Giammarco Oberto

Alle 11,20 sul gruppo “No Green Pass, dissociati liberi” un militante che si dice ben informato posta un audio «per chiarire»: «La polizia ha avuto disposizioni, chi va in stazione rischia il penale». Lo avevano capito, i No vax che da giorni facevano rimbalzare su Telegram la grande mobilitazione contro la dittatura del Green pass, che sarebbe stata una missione ardua, quella di paralizzare le stazioni di 54 città nel giorno in cui il certificato verde diventa obbligatorio per viaggiare. Ed hanno preferito restare a casa.

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Le manifestazioni sono state un super flop in tutte le città: una decina di manifestanti a Milano, stazione Garibaldi; una trentina a Torino, Porta Nuova; venti a Bologna, cinque a Genova, a Napoli due, entrambi a sventolare il tricolore. Non più di trenta a Roma, stazione Tiburtina, dove un manifestante scuoteva la testa: «Ma dove sono tutti? Ho sbagliato giorno?». Tolleranza zero, era la linea annunciata dal Viminale.

E le stazioni italiane ieri erano dei fortini. Le camionette dei Reparti mobili si erano già disposte la sera prima. Tutti gli accessi presidiati dalle forze dell’ordine, con scudi e caschi u-boot e l’ordine di stroncare sul nascere ogni tentativo di occupare i binari: solo a Roma sono stati schierati cinquemila agenti. Bilancio: un fermato a Torino (ha tirato un calcio a un poliziotto), un tentativo di sfondare il cordone a Porta Garibaldi a Milano sventolando un biglietto del treno.

La delusione per il flop è dilagata sulla chat Telegram “Basta dittatura”. Ovvero uno dei canali Telegram legati ad ambienti No vax che nelle ultime ore la polizia postale sta monitorando per vigilare contro la diffusione illegale di contatti privati di politici, virologi, giornalisti e personaggi finiti nel mirino di alcuni gruppi, oltre a identificare i responsabili delle minacce - anche di morte - che proliferano sulle chat Telegram. Rischiano di finire indagati per “istigazione a delinquere con l’aggravante dell’utilizzo di mezzi informatici con finalità terroristiche”. L’ultimo bersaglio dei No Vax è Speranza. Il “Foglio” ha dato in esclusiva la notizia che il ministro è finito sotto scorta per le minacce ricevute.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 2 Settembre 2021, 08:36
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