«Le reazioni del mondo agroalimentare alla guerra in Ucraina non hanno effetto immediato, ma si vedranno più avanti. E aggraveranno fenomeni già in atto». Per Francesco Sottile, responsabile scientifico agricoltura per i progetti Slow Food, il conflitto è un “acceleratore” di problematiche già evidenti, in taluni casi drammatiche: la scarsità di risorse in determinati Paesi e, di conseguenza, la fame a livello globale. Come inciderà il conflitto sulle risorse alimentari? «Partiamo dal presupposto che stiamo già assistendo a una forte variabilità di prezzi nel mondo agricolo, riconducibile ai cambiamenti climatici. Il perdurare della guerra può portare a situazioni di instabilità per quanto riguarda la disponibilità di derrate alimentari specifiche, andando quindi ad aggravare lo stato delle cose. Anche perché nei Paesi coinvolti nel conflitto, questa è stagione di semina, ed è ovvio che, se non si può seminare, successivamente ci si troverà di fronte a ulteriori riduzioni nei quantitivi di materie prime disponibili». L’Italia sarà colpita da questi “cali”? «Non in modo particolare, in quanto non è il primo importatore di frumento dall’Ucraina».
Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Marzo 2022, 07:41
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