Ai figli della direttrice delle Poste tutta l'eredità dell'anziano cliente
di Olivia Bonetti
LA SCOPERTA
È alla morte dell'anziano fratello che i parenti milanesi scoprono che l'uomo, il 23 settembre 2010, aveva deciso con un testamento olografo di istituire eredi universali i figli della direttrice, che hanno ottenuto così una villa da 400mila euro. Tutto nasce perché la sorella della direttrice, Anita Gnech, in quegli anni si era presa cura dell'anziano vicino di casa a Frassenè Agordino. «Quel testamento - sostiene l'avvocato Amato per i Dal Molin - è stato firmato due settimane dopo un certificato medico in cui lui viene definito confuso e non orientato». Le parti offese sostengono che l'uomo fosse affetto da deterioramento cognitivo almeno dal 2010. Quando vengono a sapere del testamento scoprono tutti i movimenti sul conto dell'anziano. «Abbiamo domandato - spiega l'avvocato - che venisse fatta luce su 140mila euro. Dal Molin era pensionato, elettricista, prendeva 1800 euro al mese, non aveva spese e non è possibile che l'assegno venisse puntualmente fatto fuori».
IL PROCESSO
La Procura contesta all'ex direttrice di banca prelievi diretti tramite Pos e postamat sul conto corrente di Massimo Dal Molin dal 2013 fino al 2016 per un totale di circa 40mila euro. Contesta anche l'accensione delle due polizze tra 2013 e 2014: per incassarle l'anziano avrebbe dovuto vivere fino a 100 anni. In caso di morte la beneficiaria sarebbe stata ovviamente la direttrice. Per quanto ricostruito dalla Procura l'anziano sarebbe stato affetto da Alzheimer conclamato dal 2013 e fa partire da lì le contestazioni fino al 6 maggio 2016. Ieri la vicenda è approdata in aula di fronte al giudice Angela Feletto, con il pm Sandra Rossi. I primi testi sfileranno in aula il 13 novembre. Si attendono scintille tra accusa, parte civile che ritiene ci sia stato un atteggiamento seriale nel comportamento della direttrice, e difesa.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Giugno 2018, 15:11
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