Enzo Tortora moriva 30 anni fa, la figlia Gaia: «Papà verrebbe ucciso anche in questa Italia»

Enzo Tortora moriva 30 anni fa, la figlia Gaia: «Papà verrebbe ucciso anche in questa Italia»

di Valeria Arnaldi
Enzo Tortora aveva 59 anni quando morì, stroncato da un tumore polmonare. Era il 18 maggio 1988. Sono passati trent'anni dalla scomparsa, trentacinque dall'arresto che segnò l'inizio del clamoroso errore giudiziario di cui rimase vittima.





Gaia Tortora (sopra, nella foto), la sua secondogenita, non aveva ancora vent'anni: quali ricordi, oggi, ha più vivi di quel periodo?
«Ricordo tutto, ogni istante, esattamente come allora. Si tratta di una ferita sempre aperta, ogni volta che parlo di quanto è successo sto male. Ripercorrendo continuamente quello che è accaduto, ti chiedi come hai fatto a non impazzire in quel periodo».

In Italia è ancora possibile un caso Tortora?
«È difficile dire se qualcosa sia cambiato oppure no. Penso che se anche i casi fossero pochi, non sarebbero mai troppo pochi. Temo però che sia rimasto un paese giustizialista. Non mi piace il clima di sospetto e acrimonia che si respira, alimentato dalla politica e pure da un certo tipo di giornalismo».

Cosa si aspetta dal nuovo governo?
«Non ho pregiudizi su nessuna forza politica, non giudico fino a quando non c'è una proposta, è l'insegnamento che ho avuto dalla vicenda di mio padre e che cerco di dare a mia figlia».

Si parla di un possibile ritorno di Portobello in Rai.
«Le trattative sono in corso, i diritti del programma sono nostri come famiglia e acconsentiremo solo se la trasmissione rispecchierà determinati criteri. Cruciale sarà il nome di chi la condurrà».

Ha preferenze?
«Non ho un nome ma dovrà essere una persona rispettosa di certi principi. Sarà una sfida difficile pure per chi la raccoglierà».

Pensa che le istituzioni avrebbero potuto fare di più per ricordare suo padre?
«Targhe o cose simili non mi interessano, anzi questo rischia di essere il Paese delle riflessioni momentanee, dove poi tutto ricomincia come prima. La riflessione, invece, dovrebbe essere più approfondita».

Cosa vorrebbe?
«Lo snellimento dei processi, in modo che si possa produrre un cambiamento di rotta veloce nel caso in cui siano coinvolti innocenti perché non ne facciano le spese per lungo tempo. Ma affinché sia messa mano alla giustizia c'è ancora molta strada da fare».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Maggio 2018, 16:25
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