Cellulari geolocalizzabili dal 112, il direttore del Nue Lazio: «Strumento fondamentale, ma è solo l'inizio»

Cellulari geolocalizzabili dal 112, il direttore del Nue Lazio: «Strumento fondamentale, ma è solo l'inizio»

di Lorena Loiacono
Livio de Angelis, direttore regionale del soccorso pubblico del Lazio, quanto è importante localizzare la chiamata?
«È fondamentale, prima della localizzazione al 118 eravamo ciechi: non potevamo vedere dove si trovava l'emergenza. Questo strumento fondamentale è arrivato con il Nue 112».
La squadra del Nue 112 sta crescendo?
«Ne fanno parte carabinieri, polizia, vigili del fuoco ed emergenza sanitaria: dalla scorsa estate per quanto riguarda le zone del Lazio sono entrati a far parte del Nue 112 anche la Polstrada e la Capitaneria di Porto, fondamentali per incidenti autostradali ed emergenze in mare. Vorrei coinvolgere anche la guardia di finanza e il Soccorso alpino che, nel caso del giovane francese, avrebbe fatto la differenza. Punto anche alla sala operativa sociale».
In che senso?
«Oltre una chiamata su due, al 112, viene filtrata: vale a dire che nel 52% dei casi il chiamante non avrebbe dovuto allertare il 112. Ma in molti casi si tratta di richieste di aiuto da fasce deboli. Se la parte sociale entrasse nel Nue potremmo indirizzare subito le chiamate a rischio».
Sono tante le emergenze sociali?
«Purtroppo sì, vorrei censire almeno tutti i pazienti allettati per rintracciarli in caso di emergenze: con un black out in zona, potrei inviare ad esempio un gruppo elettrogeno ad un paziente curato a letto».

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Novembre 2019, 08:18
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