Coronavirus a Roma, i pediatri: «Niente bimbi negli store» E i medici: visite a casa ai pazienti
di Camilla Mozzetti e Raffaella Troili
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NEGLI AMBULATORI
Nel caso in cui ci fossero poi dei nuclei che sono entrati in contatto con residenti delle aree rosse del nord Italia o che sono rientrati dalle province contagiate «è opportuno prima di recarsi negli studi dei propri medici, avviare dei consulti telefonici anche nei casi in cui dovessero essere dei sintomi influenzali o para influenzali che saranno gestiti dai medici secondo le disposizioni impartite dal ministero della Salute». Il dicastero nell'ultima circolare di sabato specifica che i medici devono attenersi a: raccogliere informazioni anagrafiche; sconsigliare di soggiornare in sala d'attesa; in alternativa programmare la visita in ambiente dedicato presso lo studio o visita domiciliare; dotarsi di mascherina, guanti, occhialini, camice monouso; disinfettare le superfici con ipoclorito di sodio 0,1%. Niente allarmismi, ma il messaggio è chiaro: «Non venite a studio, chiamateci al telefono». Perché se si ammalano anche i medici di base, la situazione si complica. Il vice segretario nazionale della Fimmg, Pierluigi Bartoletti, in attesa di un'imminente circolare della Regione avverte: «Se avete sintomi febbrili, sospetti e soprattutto siete stati nelle aree a rischio o a contatto con qualcuno che torna da lì, evitate di uscire di casa, prendere i mezzi pubblici e soprattutto venire di persona nello studio medico».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 24 Febbraio 2020, 13:21
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