Italia-Uruguay, Prandelli: "Pensiamo alla Patria.
Partita più importante della mia carriera"
di Ernesto De Franceschi
A Natal alle 18 serve vincere o pareggiare per qualificarci agli ottavi come secondi del girone e affrontare probabilmente la Colombia sabato al Maracanà di Rio. «Parliamo troppo di tattica, è controproducente: questa volta contano le motivazioni e l’Uruguay ha un senso patriottico che noi non abbiamo. Ricordiamoci che giochiamo per la Patria». Prandelli gonfia il petto e veste panni da Vittorio Pozzo che a suoi giocatori in ritiro negli anni ’30 faceva cantare «Il Piave mormorava...» per motivarli alla vittoria.
Terza partita e terza rivoluzione tattica. Si va in campo con un 3-5-2 che sa tanto di 5-3-2 con Darmian e De Sciglio frecce sulle fasce e, soprattutto, Balotelli con Immobile in attacco. Sarà l’esordio dal primo minuto al Mondiale per il capocannoniere della serie A, 22 gol senza rigori. Una coppia mai vista e provata finora. «Ciro sa attaccare la profondità, ha senso del gol e aiuta la squadra - spiega Prandelli -. E’ un interprete moderno del ruolo, in prospettiva ha le caratteristiche per essere un giocatore completo. Mai detto che non possa giocare con Mario».
Nel ritiro di Natal l’aria che tira non è buona. Gli spifferi segnalano tensioni nello spogliatoio, un Cassano irriquieto e poco amato dai compagni. E pure Prandelli, nonostante un rinnovo biennale firmato prima di volare in Brasile, si gioca il futuro. Davanti a un flop, il suo futuro da commissario tecnico non sembra così blindato. «Siamo ancora in corsa, dobbiamo avere solo pensieri positivi. Buffon parla di fallimento in caso di eliminazione? Ho detto alla squadra di non pensare al dopo...».
Dopo il Mondiale vinto in Germania nel 2006, il bilancio azzurro ai mondiali è imbarazzante. Una vittoria (contro l’Inghilterra) in 5 partite giocate tra Brasile 2014 e e Sudafrica 2010 e contro avversari tutt’altro che irresistibili (Paraguay, Nuova Zelanda, Slovacchia e Costa Rica).
«I dati dei nostri test sono molto buoni: abbiamo recuperato le forze fisiche e quelle nervose, siamo pronti», è il mantra prandelliano che questa volta non si appella a time-out, come successo alla vigilia della Caporetto di Recife, e nemmeno a un caldo torrido che non ci sarà. Anzi, da oltre 24 ore a Natal c’è una pioggia torrenziale che non dovrebbe mettere a rischio comunque il match. Meglio pensare a come mettere la museruola a Cavani e Suarez. Basterà un’inedita difesa a 3 al 100% made in Juve?
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Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Giugno 2014, 10:37