Frosinone, carriera alias: la scuola Volta dice sì, ecco cosa prevede e perché sono partite le diffide di Pro Vita

La carriera alias è un accordo di riservatezza tra la scuola e lo studente in transizione di genere e la famiglia

Carriera alias: la scuola a Frosinone che dice sì. Ecco cosa prevede e perché sono partite le diffide di Pro Vita

di Marina Testa

La scelta dell’Istituto d’istruzione superiore “Alessandro Volta” di Frosinone di introdurre la carriera alias non è piaciuta alle associazioni Pro Vita & Famiglia Onlus e Generazione Famiglia che hanno diffidato la scuola a disapplicare e a promuovere l’annullamento del relativo regolamento. Da tempo queste associazioni portano avanti campagne e iniziative sull’identità e l’educazione sessuale. Centinaia le diffide a enti scolastici di tutta Italia che hanno adottato la carriera alias, un accordo di riservatezza tra la scuola e lo studente in transizione di genere e la famiglia, nel caso di studente minorenne, attraverso il quale la persona chiede di essere riconosciuta e denominata con un nome diverso rispetto a quello assegnato alla nascita.

Studenti in transizione, all'istituto Volta è stata approvata la "carriera alias"

Carriera alias all'istituto Volta: cosa prevede

Esso prevede la possibilità di sostituire il nome anagrafico con quello di elezione, scelto dalla persona, nel registro elettronico, nell’indirizzo di posta elettronica, negli elenchi e in tutti i documenti interni alla scuola aventi valore non ufficiale. Le associazioni hanno scritto al dirigente scolastico per evidenziare che «nonostante le intenzioni apparentemente lodevoli che ispirano l’implementazione del suddetto regolamento, esso contrasta con la normativa vigente in materia di ordinamento scolastico e di dati anagrafici, viola i diritti degli studenti e del personale scolastico che entrano in relazione con i richiedenti l’identità “alias”, è potenzialmente dannoso per gli stessi studenti che richiedono la carriera alias, e rischia di violare o di incitare alla violazione della legge penale». «La disforia di genere – scrivono - è nella quasi totalità dei casi, in particolare nei minorenni, temporanea e risolta spontaneamente nella maggiore età.

Ciò vale a più forte ragione per i regolamenti che escludono la necessità di allegare alla domanda documentazione medica o psicologica. Una volta intrapresa la transizione sociale, per un ragazzo o una ragazza fragile è difficilissimo tornare indietro».

Omofobia, il 41% dei giovani subisce violenze in famiglia dopo il coming out: i dati del Gay Help Line

Ma il Consiglio del Volta ha respinto fermamente la diffida ritenendola priva di fondamento. «L’iniziativa – è scritto nell’atto deliberato - non intende affatto incoraggiare la transizione sociale dei minori, transizione connotata da processi estremamente dolorosi sia per i ragazzi che per le loro famiglie, al contrario l’iniziativa è volta a sostenere e ad aiutare studenti in transizione a superare discriminazioni, il disagio di continui e forzati coming out e atti di bullismo, spesso derivanti dall’uso a scuola di un nome non corrispondente al genere verso cui si sta operando la transizione. A ciò si aggiunga che la condizione per l’adozione del regolamento per i minori presuppone una imprescindibile domanda da parte delle famiglie e quindi di coloro che esercitano la responsabilità genitoriale, nonché l’aver avviato un percorso psicologico e medico attraverso ad esempio istituzioni quali il Saifip dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma». Anche per i lavoratori del comparto istruzione e ricerca che sono in transizione di genere è contemplata l’adozione di un regolamento per la Carriera Alias.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Aprile 2024, 09:46
© RIPRODUZIONE RISERVATA