LA TRAGEDIA

Migranti, fonti greche: 600 morti nel naufragio di Pylos. «Finora recuperati 78 corpi, 100 bimbi nella stiva». «Senza acqua da 5 giorni». Il viaggio da incubo

«I 27 superstiti del naufragio ricoverati in ospedale sono in condizioni stabili: molti parlano di 750 persone a bordo della nave», ha detto Michalis Giannakos

Barca affondata partita dall'Egitto vuota, poi in Libia

Il peschereccio Adriana naufragato nel sud del Peloponneso, secondo i soccorritori è partito vuoto dall'Egitto, si è fermato nel porto libico di Tobruk per caricare i migranti e poi ha proseguito la sua rotta verso l'Italia. Lo riferisce la tv greca Ert. Il porto di partenza spiegherebbe la nazionalità egiziana dei presunti scafisti arrestati dalle autorità greche che stanno sottoponendo a interrogatori stringenti i sospetti trafficanti di esseri umani. Finora sono stati recuperati 78 corpi e sono state soccorse 104 persone. Il numero dei dispersi rimane sconosciuto, a bordo dell'imbarcazione forse c'erano 750 persone.

I superstiti disperati alla ricerca di mogli e figli

«Un uomo sopravvissuto ha raccontato di avere perso 16 familiari nel naufragio: in queste ore tutti stanno cercando disperatamente di avere notizie sui propri cari». Marilena Giftea, volontaria della Croce Rossa, è arrivata nel porto di Kalamata ieri mattina, con lo sbarco dei primi superstiti, e oggi ha continuato a prestare assistenza ai 104 naufraghi che hanno passato la notte in un magazzino del porto. Mentre a largo procedono le operazioni di soccorso, sulla terraferma, lungo il molo di Kalamata, arrivano disperati i parenti dei dispersi. Un uomo siriano è rimasto tutto il giorno fuori dalla recinzione che circonda il magazzino. Chiede del fratello, di cui non ha più notizie da quando il peschereccio lungo trenta metri è colato a picco a sud del Peloponneso. Mostra delle fotografie, ferma gli operatori umanitari che transitano sul molo, ma nessuno è in grado di rispondergli. Molti superstiti rimangono stesi sui materassini, nel magazzino in penombra: ogni tanto qualcuno esce, per sgranchirsi le gambe nel piazzale, lontano dai flash dei giornalisti tenuti a distanza, alcuni aprono le buste con indumenti e cibo portate dai camioncini dei soccorsi. Indossano pantaloncini corti e le ciabatte che gli sono state fornite dopo lo sbarco. «Ci sono uomini che cercano le proprie mogli o i figli. La maggior parte non ha con sé neanche il cellulare, e ci chiedono di aiutarli a contattare le famiglie nei Paesi di origine», racconta Ippokratis Stathiou, psicologo. In tanti hanno provato a chiamare l'ospedale di Kalamata, nella speranza di rintracciare lì un proprio conoscente che manca all'appello. «Ma più passano le ore, più aumenta la tensione e il dolore si fa insopportabile» commenta Stathiou. In base alla testimonianza di un uomo raccolta dal direttore della Clinica cardiologica dell'ospedale di Kalamata, nella stiva avrebbero viaggiato circa cento bambini. Un ragazzo egiziano è giunto a Kalamata dall'Italia, alla ricerca del fratello: «Non riescono a darmi informazioni, ma non voglio credere che mio fratello sia morto in mare, perché non sapeva nuotare», racconta mentre scorre nervoso gli aggiornamenti sul suo cellulare. I 78 corpi delle vittime recuperati ieri sono stati trasferiti ad Atene, dove sono in corso le autopsie. A nord della capitale, nel centro di accoglienza di Malakasa, dovrebbero essere trasferiti, entro domani, anche i superstiti al termine del processo di identificazione. In base a quanto si apprende, tra questi ci sono 47 siriani, 43 egiziani, 12 pachistani e due palestinesi. Con il passare delle ore dal naufragio, il racconto dei migranti si arricchisce di nuovi tasselli: «Navigavano per giorni, senza più acqua e pensavano di morire: alcuni raccontano che già durante il viaggio delle persone sono morte per il caldo e la disidratazione, ma non abbiamo ancora conferme di queste vittime», racconta Giftea, non lontano da una tenda dove alcuni superstiti vengono interrogati dalle autorità per registrare la loro identità. «Alcuni sopravvissuti ci hanno raccontato che l'incidente è avvenuto quando la Guardia costiera greca ha agganciato il peschereccio con una corda e stava provando a trainarlo. Allora, senza un apparente motivo, l'imbarcazione si è ribaltata», racconta all'Ansa Kriton Arsenis, membro del partito politico Mera25, fondato da Yanis Varoufakis, che ha avuto modo di incontrare dentro il magazzino alcuni superstiti.

Il viaggio da incubo. «Senza acqua, molti erano morti per il caldo»

«Hanno viaggiato per cinque giorni in condizioni disperate, senza più acqua e pensavano che sarebbero morti: alcuni raccontano che già durante il viaggio, prima del naufragio, delle persone sono morte per il caldo e la disidratazione, ma non abbiamo ancora conferme di queste vittime». Lo dice all'ANSA Marilena Giftea, volontaria della Croce Rossa impegnata a fornire assistenza sul molo di Kalamata ai superstiti del naufragio di ieri a sud del Peloponneso.

Ue: domani riunione con i Paesi per il soccorso in mare

In risposta al naufragio avvenuto al largo di Pylos, in Grecia, «il gruppo di contatto per le attività di ricerca e salvataggio (Sar) di ricerca e salvataggio si riunirà domani».

Lo ha annunciato la portavoce della Commissione europea per le migrazioni, Anitta Hipper. Il gruppo è stato istituita dallo stesso esecutivo Ue ed è composto dalle autorità competenti dei Paesi membri. «L'idea - ha spiegato la portavoce - è di proseguire lo scambio» con i Ventisette sulle «pratiche comuni per trovare un approccio comune per migliorare ancora» le operazioni «e aiutare gli Stati membri» con l'obiettivo di «prevenire la perdita di altre vite»

Guardia costiera italiana: martedì contattati i greci. La ricostruzione

Il Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano ha ricevuto martedì mattina una e-mail che indicava un barcone in difficoltà, con a bordo circa 750 migranti. Nella segnalazione non era fornita alcuna posizione, ma veniva riportato solo il numero di un telefono satellitare presente a bordo. La Centrale operativa della Guardia costiera di Roma, ricevuta la comunicazione, ha contattato il numero, avviando nel contempo le procedure di localizzazione del telefono. Accertato che l'imbarcazione era nell'area di responsabilità per la ricerca e soccorso in mare greca, a 60 miglia nautiche dalle coste greche e a 260 miglia nautiche dalle coste italiane, la Centrale ha contattato subito la Guardia costiera greca, fornendole tutte le informazioni utili per le operazioni di soccorso. Questa la ricostruzione della Guardia costera italiana in merito al naufragio al largo di Pylos, in Grecia

Arrestati undici scafisti

Le autorità greche hanno arrestato 11-12 persone accusate di essere gli scafisti dell'imbarcazione di migranti naufragata a Pylos. Lo riporta la Bbc citando la tv pubblica greca Ert. Secondo i media greci si tratterebbe di persone di origine egiziana, identificate dai migranti soccorsi che hanno pagato tra i 4 mila ed i 6 mila dollari ciascuno per il viaggio in cui molti di loro hanno trovato la morte. Non è da escludere - scrivono i siti - che il numero degli arresti aumenti nelle prossime ore. Gli imputati, secondo le informazioni della Guardia Costiera, sono già stati portati in procura.

 

 

Unicef: forse 100 bambini morti

L'Unicef, l'agenzia Onu per l'infanzia, si dice «profondamente scossa e rattristata dalle numerose notizie sulla presenza di fino a 100 bambini fra quanti sono rimasti intrappolati nella stiva della nave affondata ieri a largo della Grecia, nella maggiore tragedia degli ultimi anni nel Mediterraneo. Ogni vita persa è una tragedia. L'evitabile perdita di così tante vite di bambini nel Mediterraneo è un'atrocità che peserà su queste spiagge per i prossimi anni. Il troppo è troppo», si legge in un comunicato dell'agenzia Onu.

 

Il medico di Kalamata: possibili fino a 600 morti nel naufragio

Nel naufragio di Pylos, in Grecia, «è possibile ci siano fino a 600 morti». Lo ha sottolineato Manolis Makaris, il medico che ha accolto i superstiti nell'ospedale di Kalamata, precisando - secondo quanto riporta la Bbc - che la drammatica stima si basa sulle testimonianze dei sopravvissuti che ha assistito: «Tutti mi hanno detto che sulla barca c'erano 750 persone, tutti mi hanno parlato di questo numero». Fino ad ora sono stati recuperati 78 corpi senza vita mentre le persone tratte in salvo sono un centinaio.

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Migranti, tragedia in Grecia. «I 27 superstiti del naufragio ricoverati in ospedale sono in condizioni stabili: molti parlano di 750 persone a bordo della nave», ha detto Michalis Giannakos, presidente di Poedin, l'Unione dei medici ospedalieri pubblici greci, ai giornalisti sul porto di Kalamata. I morti, secondo alcuni media locali, potrebbero essere 600. Una strage infinita. 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Giugno 2023, 23:58
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