Elezioni in autunno? Ecco perché scatterebbe l'aumento dell'Iva

Ecco perché scatterebbe l'aumento dell'Iva con il voto in autunno
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato chiaro: il voto in autunno lo preoccupa anche perché poi non ci sarebbe tempo per formare un governo che eviti l'aumento dell'Iva. «Mi compete far presente alcune preoccupazioni: che non vi sia tempo per approvare dopo il voto la legge di bilancio entro fine anno con l'aumento dell'Iva e con gli effetti recessivi che questa tassa comporterebbe e il rischio di esporre la situazione finanziaria», ha detto il capo dello Stato al termine delle consultazioni. Ma perché scatterebbe l'aumento dell'Iva? 

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Le cosiddette clausole di salvaguardia che le precedenti leggi di bilancio hanno lasciato in eredità ai governi che si sono succeduti negli ultimi anni prevedono che senza interventi dal 1° gennaio 2019 scattino gli aumenti Iva. IN pratica l'aliquota ordinaria passerebbe dal 22 al 24,2 per cento e quella ridotta dal 10 all'11,5. Si tratta di incrementi che gli ultimi governi hanno previsto provvisoriamente in attesa di poter sostituire i relativi introiti con altre misure, cosa che effettivamente è avvenuta quasi sempre fino all'anno scorso (con l'eccezione dell'incremento scattato con il governo di Enrico Letta il ). Se invece si dovesse votare in autunno non ci sarebbe tempo e modo per intervenire e le clausole di salvaguardia farebbero scattare in alto le aliquote.

Il punto comunque, anche se alla fine non si andrà al voto, resta quello di dove trovare i 12,5 miliardi necessari a evitare l'aumento Iva per il solo 2019, mentre altri 19,2 miliardi serviranno per il 2020. 


 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Maggio 2018, 21:33
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