Pizzo sui mendicanti e donne costrette a prostituirsi: la mafia nigeriana controllava il centro di accoglienza. Condannati in 23

Pizzo sui mendicanti e donne costrette a prostituirsi: la mafia nigeriana controllava il centro di accoglienza. Arrivano 23 condanne

Le mani della mafia nigeriana sul centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari. Racket, prostituzione di donne vittime di tratta, accattonaggio di mendicanti, pestaggi, accoltellamenti e persino riti voodoo. Sono due i gruppi criminali finiti nelle indagini, Vikings ed Eiye: oggi il Tribunale di Bari, in primo grado, ha condannato 23 imputati a pene tra i 5 anni e 8 mesi di reclusione e i 19 anni e sei mesi. 

Donne e mendicanti: il racket della mafia

Gli investigatori hanno accertato che le donne sarebbero state costrette a sottomettersi con violenza fisica e psicologica, considerate «oggetti fabbricasoldi». Stessa violenza sarebbe stata riservata ai mendicanti, costretti a pagare il pizzo sull'elemosina per garantirsi una postazione davanti ai supermercati di Bari e provincia. I giudici hanno anche riconosciuto per tutti l'aggravante del metodo mafioso. Gli imputati, tutti arrestati nel dicembre 2019, erano stati ospiti del Cara fino a un anno prima. Le condanne più elevate, a 19 anni e 8 mesi e a 18 anni di reclusione, sono state inflitte ai due presunti capi dei rispettivi gruppi, il 32enne Osas O Ighoruty e il 26enne Gbidi Trinity.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Febbraio 2023, 22:08
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