Body shaming verso Teresa Nannarone: 62enne condannato
di Patrizio Iavarone
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Quanto basta per scatenare in Giovanni Di Simone, sessantaduenne di Goriano Sicoli, un violento e offensivo commento alla notizia che era stata riportata da un quotidiano online e per il quale ora è stato condannato dal tribunale di Sulmona con decreto penale a una multa di 400 euro. Un esempio, insomma, non solo di diffamazione, ma di body shaming (l’offendere e deridere una persona per il suo aspetto fisico), che la Nannarone non ha certo fatto passare impunito, chiedendo e ottenendo la condanna dell’uomo. «Troppo spesso se ad esprimere un’opinione, compiere un’azione o recitare un ruolo politico a qualsiasi livello è una donna - commenta la stessa Nannarone - la risposta è una risposta d’odio, violenta, sessista e che non entra mai nel merito delle questioni poste. Quotidianamente le donne in quanto tali, sul web e non solo, sono oggetto di insulti, espressioni diffamatorie ed episodi di body shaming.
Tutto questo nel 2020 e in un Paese che ambisce a definirsi “civile” è davvero inaccettabile, quindi denunciare diventa un dovere e non una facoltà». I commenti a quel gesto politico dello striscione erano stati molto violenti, anche da parte di alcune donne su Facebook che avevano augurato alla presidente del Pd (al tempo non ancora in carica) di essere oggetto di aggressione da parte di qualche extracomunitario. «Spero che ogni donna, colpita nel corpo e nell’anima dalla violenza dei gesti e delle parole - aggiunge la Nannarone -, non esiti a denunciare senza alcun ripensamento e senza alcuna pietà comportamenti inaccettabili posti in essere da uomini troppo deboli per confrontarsi nel rispetto delle donne ed ancora avvezzi al tentativo primitivo e ormai patetico del dominio».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Maggio 2020, 09:11
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