Mirko Polisano - Ostia e Fiumicino due realtà che sono eccellenze nel Lazio per la ristorazione sull'orlo della crisi nel settore più redditizio per i due territori. La stretta arrivata con l'ultimo Dpcm davvero potrebbe mettere la parola fine alla ripresa economica sperata fin dal post-lockdown. I ristoratori del mare di Roma e del comune tirrenico lanciano il loro grido d'allarme a Governo e Istituzioni locali: «Non lasciateci morire così - dicono - a rischio ci sono oltre 5mila posti di lavoro». «La miopia e l'approssimazione di questo governo sono incredibili e dannose - non usa mezzi termini Armando Vitali, presidente Confcommercio Roma Litorale - ritenere come servizi non essenziali i pubblici esercizi si commenta dà se. La stragrande maggioranza dei commercianti del territorio si è attenuta in maniera rigidissima a tutti i protocolli richiesti, dovendo sopportare ingenti spese a fronte di un crollo dei fatturati che in alcuni casi ha superato anche il 70%. Solo a Ostia contiamo circa 500 tra bar, pub e ristoranti, ognuno dei quali sfama una o più famiglie. L'impatto sociale di queste restrizioni è un colpo al cuore al tessuto sociale del litorale. Vanno colpiti i trasgressori, non un intera categoria». Ostia rispetto agli altri municipi di Roma era peraltro riuscita a registrare una decorosa stagione estiva dal punto di vista dei fatturati, così il lavoro verrà interamente vanificato. «E non cadiamo nel banale dualismo salute contro economia - prosegue Vitali - Perché non ci forniscono le evidenze scientifiche che dimostrino la pericolosità degli esercizi pubblici? Perché non esistono.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Ottobre 2020, 08:42
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