Truffa dell'sms e conto svuotato, ma chi ha ricevuto i suoi soldi viene assolto. Cosa è successo

L'inganno subito da una ragazza di 25 anni, residente a Umbertide

Le svuotano il conto con la truffa dell'sms, assolto chi ha ricevuto i soldi. «Solo indizi, nessuna prova concreta»

di Egle Priolo

Il messaggio arriva via sms dal numero abbinato alla propria banca per tutte le operazioni di home banking. Un alert con cui si informa la giovane cliente che qualcuno ha tentato di accedere al suo conto online. E si invita a svolgere velocemente la procedura per mettere nuovamente in sicurezza i propri soldi. Il panico è inevitabile. E proprio su questo giocano i criminali informatici per riuscire a portare a termine le loro truffe.

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Come funziona

Perché è una truffa quella subita da una ragazza di 25 anni, residente a Umbertide, che pensando di salvare i suoi risparmi in realtà ha spalancato le porte a due prelievi da 959 e 2.500 euro, che in pochi istanti le hanno azzerato il conto corrente. È inizio 2021. La ragazza viene anche chiamata da un sedicente rappresentante del suo istituto di credito per accelerare la procedura. Ma, scoprirà poi, la telefonata non è per mettere al sicuro il conto sotto attacco, ma in realtà è l’ultimo passaggio per lo svuotamento: i codici che infatti la giovane gli detta al telefono sono quelli necessari ad autorizzare le due operazioni su una carta di credito prepagata.

La denuncia

Ma tutto questo la ragazza lo capirà dopo, quando si renderà conto di aver subito una terribile truffa che va subito a denunciare.

Denuncia che arriva a un presunto colpevole: un cinquantenne di Brindisi, titolare della prepagata incriminata, che finisce sotto processo per accesso abusivo a un sistema informatico o telematico e frode informatica. L’uomo, difeso dall’avvocato Luigi Costa, ieri è stato però assolto ieri perché le prove nei suoi confronti sono risultate insufficienti o contraddittorie.

La tesi della difesa

La tesi difensiva ha evidentemente convinto il giudice, con la stessa accusa che non sarebbe riuscita a dimostrare completamente come l’autore della truffa fosse il possessore della carta su cui sono transitati. Insomma, solo indizi e niente prove concrete. Anche perché, è stato sottolineato in aula dalla difesa, anzitutto la carta era praticamente inattiva da tempo e poi perché quegli stessi soldi sarebbero stati altrettanto velocemente accreditati su un altro conto appena visibili sulla carta e spariti chissà dove. In conclusione, sempre secondo la difesa, non poteva escludersi che lo stesso imputato potesse essere stato vittima dei criminali informatici, riusciti in qualche modo a clonare i codici della carta prepagata per poi poterne avere libera disposizione per la truffa ai danni della ragazza di Umbertide. Che in pochi secondi ha visto andare in fumo migliaia d’euro di risparmi e sogni.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Marzo 2024, 16:35
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