Rifiuti, stangata a Perugia (più 7,5%) e Spoleto più 9%. A Foligno le utenze non domestiche crescono del tredici per cento

A Terni aumento contentuto al 2,4%. Bettona stabile e Montefranco scende più del 5%

Rifiuti, stangata a Perugia (più 7,5%) e Spoleto più 9%. A Foligno le utenze non domestiche crescono del tredici per cento

di Luca Benedetti Sergio Capotosti

Le previsioni dell’aumento dei costi della Tari sono state praticamente tutte rispettate tra quello che ha approvato sui Piani economici finanziari il direttivo di Auri e quello che stanno approvando in Comuni in questi giorni. La ricaduta sulle bollette è quasi gemella per le 400mila utenze umbre. Quasi perché prima di approvare i bilanci i Comuni possono trovare altri fondi per tenere basso il conto finale. A Perugia si passa a un costo del servizio di 47,5 milioni del 2023 a 51,5 milioni per l’anno in corso e che potrebbe salire a oltre 56 nel 2025. Pesano sul costo che cresce il minor recupero ipotizzato per l’evasione fiscale. Perugia con i suoi ottantamila utenze tra famiglie e imprese fa la parte del leone con i numeri. E anche con la bolletta. E spulciare la delibera pre-consiliare che oggi verrà discussa in commissione Bilancio, il dato dice che sul fronte dei costi del servizio la crescita è del 6,59% con valore più basso della media del sub ambito 2 dove i costi crescono del 6,97%. Le bollette ballano in maniera diversa.

Per esempio a Todi (nella città dove è sindaco Antonino Ruggiano, presidente di Auri, c’è la tariffa puntuale) la media dell’aumento tariffario è dato al 5%, Deruta all’1,5%. Bettona si ferma a zero. A Gubbio il dato è sul 7%. Il valore dell’aumento delle tariffe, invece, a Perugia, al di là di come crescono i costi del servizio, si arrampica fino all’7,5 % (restano gli sgravi per le zone disagiate) anche se i dati poi vanno rapportati alle varie situazioni. Cosi la simulazione per una famiglia di quattro persone che vive in un appartamento di 130 metri quadrati il costo del 2024 è pari a 520,76 euro con un ritocco del 6,5%; mentre un single che vive in 80 metri quadrati passa a 238,58% con un aumento del 7,12. Per attività non domestiche un elettrauto con una superficie di 200 metri quadrati ha un incremento della bolletta del 7,7%. Oggi il via libera in commissione a Perugia del piano economico finanziario, le bollette si dovranno pagare entro il 31 maggio, 31 luglio, 30 settembre e 2 dicembre per chi paga in 4 rate.

La rata unica scade il 16 giugno. Ieri pomeriggio è toccato a Foligno. In commissione bilancio l’assessore al ramo, Elisabetta Ugolinelli ha indicato un più 2 per cento di aumento per le utenze domestiche e di un più 13 per le commerciali. Questo perché il Sub ambito 3 è il peggio messo sul fronte dell’aumento dei costi. Il caso di Spoleto è emblematico: vanno dal 7 all’8,9 per cento. In un’abitazione di 100 metri quadrati con tre persone residenti la Tari passa da 265 a 285 euro circa. Le associazioni di categoria sono in fermento e contano di promuovere insieme una protesta. Gli albergatori, ad esempio, chiedono da tempo di pagare la Tari soltanto sulle stanze effettivamente occupate.

E a Terni cosa succede? Nella città dell’acciaio c’è un aumento mini del 2,39 per cento. La bolletta dei rifiuti a Terni si fa più pesante, anche se si tratta di uno degli aumenti più contenuti della provincia ternana. Anzi il più basso in assoluto, se non si contano i comuni dove la Tari sarà più leggera dell'anno precedente (Montefranco -5,14, Ferentillo -2,75, San Gemini -1,47, Monteleone -0,9 e Arrone -0,21). Resta da capire ora dove sarà applicato l'aumento del 2,39 per cento e in che misura. Nel senso, cosa deciderà ora la giunta Bandecchi? Scaricherà l'aumento tutto da una parte (utenze domestiche o commerciali?) o troverà un punto di equilibrio? La discussione entrerà nel vivo venerdì con la riunione della Terza commissione, in vista del voto di lunedì prossimo in consiglio comunale. C’è chi fa i conti e sbuffa, chi si salva e chi sorride. Per chi è andata male poteva andare ben peggio visto che Arera, l’ente di regolazione nazionale, aveva indicato un 13,7% dovuto all’impennata dei prezzi dell’energia tra guerre e crisi varie. 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Aprile 2024, 13:00
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