Coronavirus, l'ortopedico Caraffa:«Così gli anziani devono difendersi in casa»

Coronavirus, l'ortopedico Caraffa:«Così gli anziani devono difendersi in casa»

di Luca Benedetti
PERUGIA - Auro Caraffa è il direttore della struttura complessa di Ortopedia e Traumatologia dell’Azienda ospedaliera di Perugia.
Professor Caraffa, il vostro è, in genere, uno dei reparti a più alta intensità di interventi. Come sta andando nei giorni del Covid-19? ?
«C’è un calo sulla specifica attività chirurgia e traumatologica ed è normale. Però, di contro, nel nostro reparto siamo un punto di osservazione particolare. Evidentemente c’è chi non rispetta l’indicazione di restare in casa visto che nei giorni scorsi abbiamo operato chi è caduto da un albero e si è rotto un omero e un altro che stava facendo giardinaggio e si è ferito a un polpaccio. Così non va bene. Si mette a rischio la propria vita e quella degli altri per ricoveri che, di fatto, vista la situazione, sono assolutamente inutili. Noi siamo pronti per gestire qualsia emergenza, ma è meglio non andarsela a cercare».
Generalmente i rischi maggiori degli infortuni domestici li rischiano gli anziani. Come sta andando con tante gente in casa?
«Nelle ultime ore abbiamo operato tre fratture di femore con anziani infortunati. Mai come in questo momento dobbiamo ribadire che i pericoli sono in casa. Che non è solo il luogo della tranquillità, ma per gli anziani nasconde tante insidie».
Quali sono i pericoli maggiori e come evitarli?
«In primo luogo non dovrebbero stare in casa, dove ci sono anziani, i tappeti. Non muoversi tra le stanze indossando ciabatte, ma calzare comunque un paio di scarpe chiuse. Attenzione ai gradini e ovviamente attenzione a quando ci si alza dal letto per andare in bagno di notte. Le fratture avvengono soprattutto, infatti, in ore notturne. Succede quando ci si alza in maniera disattesa. Proprio per le cadute in casa la nostra attività non è diminuita. Tra l’altro vanno evitati movimenti bruschi, fatti d’istinto. La distrazione gioca brutti scherzi».
Professore, ma non dovranno mica stare attenti solo gli anziani che, tra l’altro, vengono considerati i più a rischio per il Covid-19?
«Infatti. Visto che stare in casa significa iniziare a fare lavoretti e interventi anche da parte di chi è meno avvezzo raccomandiamo attenzione per esempio agli utensili da cucina, come i coltelli. O quelli utilizzati da chi ha guardini o piccoli orti. Non vorremmo trovarci, visto che sono diminuiti gli incidenti stradali e fratture per strada, ad avere numeri elevati a infortuni domestici legati a imprudenza e disattenzione. Noi, da protocollo, abbiamo l’obbligo di operare entro 48 ore e lo facciamo, ma se, ripeto, c’è gente caduta da un albero, vuol dire qualcuno sta disattendendo le direttive del Decreto. Capisco l’iperattivismo, ma invece di mettersi a potare un albero forse è meglio leggersi un buon libro. In questo momento ingolfare l’ospedale per emergenze di quel tipo non solo è inutile, ma può essere controproducente per tutto il sistema».
Professor Caraffa, come avete riorganizzato il reparto nel risiko che l’emergenza ha costretto l’ospedale, rivedendo un assetto consolidato da anni?
«Abbiamo aderito immediatamente alle richieste della direzione aziendale. C’è un’emergenza e bisogna muoversi subito, dare tutti il proprio contributo come hanno fatto tutti i colleghi e chi lavora in ospedale, dal primo all’ultimo. Come detto prima l’attività non si interrompe, abbiamo solo una rimodulazione sia operativa che logistica. L’urgenza è garantita. Abbiamo fermato l’attività programmata non urgente. Ci siamo al postati al terzo piano, lasciando il primo piano dello steccone Silvestrini a disposizione per l’emergenza»
Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Marzo 2020, 11:28
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