Due player orientali e due italiani: ecco chi è interessato ad Ast (ma il percorso è ancora lungo)

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di Vanna Ugolini
Due player italiani, Arvedi e Marcegaglia e due orientali, la coreana Posco e la Tsingshan, con sede a Shangai, che già nel 2013 era venuta a viale Brin nell'ambito delle procedure di vendita di allora. Insomma, i nomi che circolano sono sempre gli stessi (e non potrebbe essere diversamente, considerato il fatto che gli acquirenti di impianti così importanti nel mondo non sono tanti). Nel 2013 c'era stata l'ufficializzazione dell'interesse di Aperam, con le due italiane Arvedi e Marcegaglia, oltre ai cinesi e a due fondi di investimento. La Posco è sempre stata a guardare e questa volta potrebbe fare un passo in più, secondo gli esperti, perchè i compratori europei sembrano essere fuori gioco. Gli scenari sono ancora molto prematuri perchè le procedure di vendita, di fatto, non sono ancora cominciare: va nominato un advisor e poi seguiranno manifestazioni di interesse prima non vincolante e poi vincolante. Insomma, una partita a scacchi durante la quale ancora tutto può succedere.

Stato di agitazione. Intanto, come anticipato ieri, l'ad Massimiliano Burelli ha annunciato un calo «importante» di volumi produttivi e una fermata estiva, compresa tra l'ultima settimana di luglio e le prime due di agosto, non escludendo un ulteriore prolungamento. Come conseguenza dei cali produttivi è stata anche manifestata la volontà di non rinnovare i contratti a 17 lavoratori interinali sui 25 totali che andranno a scadenza nel mese di giugno. Le segreterie territoriali e le rsu esprimono quindi «forte preoccupazione per il quadro d'insieme emerso». «Tutte le iniziative messe in essere dall'azienda - scrivono - rilevano la volontà al depotenziamento del sito come più volte denunciato». Timori avvalorati - per i sindacati - anche dalle dichiarazioni di Burelli, «che ha inteso ribadire che non è in grado di garantire il mantenimento dell'assetto attuale».
«Riteniamo che il processo di vendita come ribadito - concludono segreterie e rsu - debba avvenire il prima possibile, evitando un ulteriore indebolimento delle acciaierie di Terni nella fase transitoria, per questo riteniamo indispensabile l'intervento del governo a garanzia di un asset strategico ed essenziale per il Paese»

Trasporto ferroviario Sul fronte dei trasporti Ast ha fatto sapere di aver voluto sperimentare modalità alternative durante il periodo del lockdown, utilizzando principalmente il trasporto ferroviario, ma anche il trasporto intermodale, con l'obiettivo di ridurre gli spostamenti su gomma, contenendo così i costi dei trasporti e le emissioni inquinanti nell'ambiente. Nel caso specifico è stato realizzato attraverso il caricamento su camion di casse mobili trasferite successivamente su treno. Per il trasporto verso i clienti dell'area Lombardia è stato attivato un servizio di trasporto ferroviario su una piastra logistica in area Milano, con ultimo miglio via strada. Per i trasporti esteri è stato applicato lo stesso principio, individuando una piastra logistica in Olanda (Maastricht) per i clienti dell'area Benelux. Infine per i grandi clienti tradizionalmente serviti via ferrovia attraverso la piastra logistica di Piadena (Cremona), i cui volumi si sono mantenuti su «buoni livelli», è stato attivato un raddoppio delle tracce normalmente utilizzate.
Grazie a questi interventi, la quota di spedizione via treno è passata così dal 30% al 40%. «Un risultato importante - sottolinea l'azienda -, se si considera che l'obiettivo dell'Italia è di arrivare al 30% nel 2030».
Ultimo aggiornamento: Sabato 13 Giugno 2020, 11:42
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