Le rappresentanze sindacali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil non capiscono il motivo di andare all’approvazione di una legge sulle concessioni delle acque minerali, che riguarda il futuro di tante famiglie di lavoratici e lavoratori del territorio, con tanta fretta. E’ in discussione in questi giorni, infatti, la modifica alla legge vigente, la 22 del 2008, che disciplina la concessione dei pozzi per l’emungimento dell’acqua a fini dell’ imbottigliamento. Le modifiche muovono da un parere dell’Autorità garante della concorrenza, il quale sottolinea che la norma in vigore non è conforme alle più recenti direttive europee. Le rappresentanze sindacali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil si sono attivate per sensibilizzare la seconda commissione regionale a proporre modifiche al testo di legge in fase di redazione, prima della sua approvazione. «Nelle occasioni di discussione - scrivono in una nota le rappresentanze sindacali - abbiamo avuto modo di presentare un documento politico ed alcuni emendamenti. Nonostante i nostri appelli, il disegno di legge andrà in approvazione in consiglio regionale quasi invariato rispetto ai temi a noi cari, come quello della salvaguardia occupazionale in continuità, il 23 marzo 2021. Ad oggi le modifiche ed i chiarimenti richiesti, sono caduti nel vuoto». «I nostri dubbi riguardavano - sottolineano - principalmente i meccanismi di assegnazione previsti dal disegno di legge che ci sono parsi, dopo un’attenta lettura, lacunosi e incompleti. Specificatamente l’iter riguardante il subentro di un nuovo concessionario, non puntualizza i profili riguardanti gli immobili adibiti all’esercizio dell’impresa, i marchi umbri e soprattutto i rapporti di lavoro in essere al momento dell’assegnazione.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Marzo 2021, 16:43
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