Cinquecento milioni di utenti attivi in tutto il mondo (ad esclusione dei non pochi Paesi in cui è stata bannata), Telegram è divenuta la app di messaggistica di riferimento dei no-vax e dei no-pass che, con una discreta dose di ingenuità, pensano che grazie alle regole sulla privacy differenti da WhatsApp di poter minacciare od organizzare azioni illegali senza essere scoperti. Spoiler: non è così, la Polizia postale può rintracciare con una certa facilità gli autori dei messaggi e pensare di mantenere una nebbia di riservatezza al chiuso di gruppi che possono avere 200mila partecipanti appare poco sensato.
Telegram, come funziona l'app preferita dai no-vax
Telegram, app lanciata a metà del decennio scorso da un miliardario russo, Pavel Durov, con sede a Dubai, in passato è stata utilizzata anche dall’Isis, da gruppi di estrema destra, è stata terreno fertile per la pirateria ad esempio condividendo i pdf dei giornali, ma anche per smerciare materiale pedopornografico e per il revenge porn, perfino per raggirare qualche pollo a cui vendere falsi Green pass. Ma limitarsi a queste cattive frequentazioni - talmente risapute che sono snocciolate anche da Wikipedia - sarebbe fuorviante.
Non ci sono solo no-vax violenti o truffatori dei Green pass fake, ma milioni di normali utenti che utilizzano una app oggettivamente efficiente e che consente, ad esempio, con la formula dei “canali” alle aziende o ai comunicatori di informare in tempo reale i propri follower. Spesso, in paesi in cui la libertà è minacciata, Telegram viene usata dai gruppi di opposizione per aggiare la censura.
«Ecco perché i no-vax hanno scelto Telegram»
Racconta Nicola Zamperini, autore del libro "Manuale di disobbedienza digitale": «I no-vax hanno scelto Telegram prima di tutto per un fatto tecnico.
Il problema è che il confine tra rispetto della privacy e far west è sfuggente. Certo, leggendo le review sui vari store qualche falla sul fronte della sicurezza e del rispetto delle persone, sembra esserci. Sul Google Store ci sono varie testimonianze. Alexandra: «Nei gruppi offendono con parole pesantissime me e la mia famiglia pur non conoscendomi e in più mi augurano la morte. Vogliamo bannare ste persone a vita o devo per forza denunciare. Questo social non tutela le persone e anche se segnalo non succede niente». Beatrice: «È una settimana che gente sconosciuta mi continua a scrive, anche molestandomi».
Gli amministratori della app rispondono sempre «per favore contatta il reparto abusi di Telegram», ma le notizie emerse in questi giorni su minacce a politici e scienziati, nonché sull’organizzazione di atti illegali da parte di gruppi che si dicono no-vax, sembrano testimoniare che un problema di far west senza sceriffi sulla app sviluppata dal miliardario russo ci sia.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Settembre 2021, 17:39
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