Calciatore 16enne aggredito da un tifoso con un pugno in faccia: «Ha rischiato di perdere l'occhio»

Calciatore 16enne aggredito da un tifoso con un pugno in faccia: «Ha rischiato di perdere l'occhio»

di Francesco Balzani

La violenza fa schifo, e lo fa ancora di più se avviene nel mondo dello sport. Figuriamoci se ad usarla è un adulto nei confronti di un ragazzo di appena 16 anni “reo” di aver esultato per la sua squadra. E’ quello che è avvenuto domenica a Siena dove Pietro Turbanti, 16 anni appunto, ha rischiato il distacco della retina per un pugno in faccia ricevuto alla fine del derby Under 17 Siena-Grosseto.

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Il giovane, figlio del presidente del Consiglio comunale di Grosseto, era indisponibile e quindi si trovava in tribuna a tifare per i suoi compagni. Secondo le prime ricostruzioni sarebbe stata l’esultanza del giovane per la vittoria dei suoi a scatenare la rabbia di un adulto di circa 40 anni che lo ha affrontato. L’uomo, un noto tifoso bianconero, avrebbe seguito il giovane all’uscita. «Fermati un attimo, ti voglio chiedere una cosa», ha esordito. Il ragazzo si è fermato. Pochi istanti di confronto, quindi il pugno in faccia che ha lasciato tutti a bocca aperta.

«Mio figlio mi ha chiamato, dicendomi che era stato picchiato — racconta Fausto Turbanti, presidente del Consiglio comunale di Grosseto al Corriere Fiorentino  — io ero da un’altra parte e non ho visto, ma le testimonianze non mancano». Il ragazzo ha riportato un trauma contusivo oculare con 20 giorni di prognosi, ma ha evitato, per fortuna, danni permanenti alla retina. Il rischio di perdere l’occhio è stato alto.

L’aggressore è fuggito alla vista del padre del ragazzo. «L’ho fermato e gli ho chiesto chiarimenti.

Lui non ha detto una parola, prima di essere portato via. Ora mio figlio mi chiede perché l’ha fatto e io non so dargli una risposta». La famiglia Turbanti ha sporto querela nel capoluogo maremmano. In arrivo Daspa più denuncia per aggressione con l’aggravante della giovane età della vittima. Il Siena ha espresso massima solidarietà al ragazzo, ai suoi familiari e al Grosseto Calcio, riservandosi «di agire in sede legale, in quanto parte lesa, nei confronti dei colpevoli a difesa e tutela della propria immagine».


Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Febbraio 2022, 20:21

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