Maldini incalza invece la squadra, a cui chiede di non accontentarsi della mediocrità di un sesto posto ma di puntare allo «straordinario», con il «sogno del quarto posto» ancora alla portata: «Non siamo partiti per vincere lo scudetto e siamo in corsa per un posto in Champions League. Abbiamo qualche alibi ma ci aspettavamo qualcosa in più». Tra i più deludenti c'è Higuain: arrivato per permettere il salto di qualità, si è fermato a 5 gol in campionato ed è a secco da 9 gare. Ma per Leonardo non esiste alcun caso, né alcuna possibilità di cessione a gennaio, confermando però che un eventuale riscatto dalla Juventus dipenderà dalla qualificazione in Champions: «Non abbiamo mai parlato con il Chelsea di Higuain, non abbiamo mai avuto dubbi su di lui. Abbiamo un rapporto diretto, lui ha un ruolo di leadership e deve solo ritrovare il gol. Al Milan resta solo chi ha voglia di restare e Higuain non ha mai dato dimostrazione di non avere questa voglia. Il Milan tornerà ad alto livello, lo ha sempre fatto. Ma non lo faremo acquistando 10 giocatori a gennaio, siamo già 30 in rosa». Colpa del Fair Play Finanziario. Norme che fanno sorridere amaro Leonardo («C'è arrivata una lettera dalla Uefa per l'acquisto di Paquetà, contestano l'investimento») e rendono Maldini nostalgico: «È troppo penalizzante, ha cristallizzato il calcio.
Le squadre che lo hanno voluto ora guardano tutte le altre dall'alto. Non è un caso che il Real Madrid abbia vinto le ultime tre Champions League. Oggi nessuno può investire con queste regole: nemmeno Berlusconi potrebbe costruire la squadra più forte del mondo». Oggi il Milan è molto lontano dall'élite ma cerca un posto al sole, a partire dalla qualificazione in Champions. Spartiacque tra la gloria e il fallimento.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Dicembre 2018, 19:13
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