La cura azzurra di Cerci e De Sciglio: la fiducia
di Conte per fare sempre meglio col Milan
di Luca Uccello
L'ex Toro ha ritrovato la fiducia dell'allenatore, quasi incondizionata come con Ventura, ha riconquistato un posto in squadra, ha cominciato a giocare come sa, come avrebbe voluto prima Simeone, poi Inzaghi nell'anno della sua milionaria cessione.
Dribbling ed inserimenti dalla destra per un Milan che punta nuovamente su di lui. Ma la cura del serbo, pur se funzionando non si è ancora completata. Ora tocca all'Italia riconsegnare al Milan un giocatore motivato dalla maglia azzurra, stimolato alla corsa per l'Europeo. Motivazioni che Sinisa spera possano far tornare definitivamene Alessio il giocatore conosciuto e ammirato appena due stagioni fa. Non certo un'eternità.
Il ct come Mihajlovic da lui vuole corsa, sacrificio ma anche superiorità in avanti, fantasia e qualche rete. Cosa che per il momento sembra mancara. Un palo con la Lazio, un errore clamoroso nel finale con l'Atalanta. Discorso diverso per Mattia De Sciglio, ancora in azzurro per mancanza di reali alternative più che per meriti sul campo. Lui, come Abate, non dà sicurezze al tecnico rossonero, soprattutto in fase difensiva dove spesso e (poco) volentieri è risultato essere l'anello debole della catena di montaggio della difesa. Come con Cerci, anche con Mattia Sinisa si augura che la maglia azzurra possa dargli maggiori certezze non il contrario. Ma il problema della corsia di destra nel Milan esiste. Per il momento, per non toccare i già delicati equilibri di spogliatoio il serbo ha preferito mettere da parte il giovane Calabria ma fosse per lui probabilmente il Primavera di Brocchi, sacrificato al ruolo di difensore di fascia, sarebbe in campo, tra i titolari così come Donnarumma.
Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Novembre 2015, 14:52
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