Milan ai cinesi, ora Mister Li dovrà passare dalle promesse ai fatti

Milan ai cinesi, ora Mister Li dovrà passare dalle promesse ai fatti

di Oscar Eleni
Il vento porta il Milan oltre la muraglia cinese, il potere dei soldi stacca la costola magica dal patrimonio di Silvio Berlusconi dopo trentun'anni, ventinove trofei vinti, quindici allenatori, tanta gloria, tanta bellezza. Triste, ma, ci si augura, non finale. 

Come direbbe l’argentino Soriano che amava il calcio e sulla romanzesca vita del re di Arcore si sarebbe divertito a scrivere una storia che non riguarda soltanto il pallone. Magari lo farà Sorrentino, il premio Oscar che ha in mente un film dove Servillo proverà a farci capire anche il lato meno oscuro dell’ex presidente del consiglio. Certo, quando una storia epica la si ripensa troppo, vedi aumentare l’infelicità che proveremo tutti quando domani il Milan scenderà in campo, dopo mezzogiorno, sacrilegio concesso al muovo potere cinese, per il derby della piccola Europa nello stadio della gloria rossonera che domani sarà la casa interista, altra bellezza del calcio nazionale passata non tanto tempo fa da Moratti ai ricconi di Pechino.

Siamo sicuri che anche i “ nemici” interisti saluteranno con l’onore che merita il grande rivale, anche perché non è ancora il tempo per sfottere Li Yonghong che da ieri sarà il padrone della nobil casa rossonera. Prima bisogna scoprire come intende rifondare questo Milan giovane che ha fatto cose importanti anche se come comparsa nel campionato dominato ancora dalla Juventus a cui ha comunque portato via la supercoppa. Berlusconi lascia con dolore ammettendo che non si può vincere senza le risorse e lui lo sa bene perché quando tolse al barone Liedholm la squadra che aveva vinto lo scudetto della stella cambiò tutto, dando allo sconosciuto Sacchi gli olandesi per una rivoluzione che ha fatto del bene al nostro calcio, magari fosse stato così anche in politica. Con il profeta di Fusignano vinse il primo dei 29 trofei messi nella sala delle coppe, prima in via Turati e poi nella nuova casa vicino alla ex Fiera.

Domani nessuno gli leggerà la formazione prima di mandarla in campo. Ci sarà un vuoto di fianco ai cinesi e ai loro uomini, si entrerà in un mondo tutto nuovo anche se la gente non li dimenticherà mai Silvio e Massimo, Berlusconi e Moratti, pronta a sventolare gli antichi vessilli soltanto se capiranno che sono ancora l’eccellenza della città italiana più internazionale, aspettando di capire se questo denaro uscito dalle scatole cinesi è abbastanza per contrastare chi domina a Torino, a Napoli, a Roma. 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Aprile 2017, 09:36

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